Expo 2015, la Turchia lo boicotta
A sorpresa arriva la notizia del forfait turco per l’Expo di Milano. Probabilmente è una ritorsione contro l’Italia
La decisione della Turchia di non partecipare all’Expo milanese dell’anno prossimo è arrivata a sorpresa. A darne notizia è stata l’edizione inglese del quotidiano turco Hurrieyt. Per il popolare giornale, che cita fonti diplomatiche, la decisione sarebbe una ritorsione nei confronti di Roma, “colpevole” di aver votato a favore di Dubai per l’organizzazione dell’Expo 2020 invece che la città turca di Smirne, la quale, tra l’altro, era anche stata sconfitta proprio da Milano per l’organizzazione dell’edizione del 2015.
A confermare l’assenza della Turchia è stato l’ambasciatore italiano ad Ankara, Gianpaolo Scarante, che ha espresso rammarico per la decisione del governo turco e si è augurato un ripensamento.
A sorprendere non è soltanto il boicottaggio, l’Italia è un storico partner commerciale del Paese anatolico e un sostenitore del suo ingresso in Europa, ma le modalità con cui questa decisione sarebbe stata presa. La Turchia aveva già firmato nel 2012 un protocollo d’intesa per la sua partecipazione e fino a poche settimane fa il presidente della Repubblica, Abdullah Gul, era stato in visita in Italia e aveva parlato dell’Expo. A quanto pare a decidere per il boicottaggio sarebbe stato, senza consultare nessuno, il premier Tayyip Erdogan in persona, lo stesso Ministero degli Esteri sarebbe stato avvisato a cose fatte.
Se confermato questo episodio la dice lunga sulla situazione politica in Turchia. Le manifestazioni di Gezi Park, il fallimento delle candidature per l’Expo di Smirne e per le Olimpiadi di Istanbul e le indagini per corruzione che hanno lambito i vertici del governo, hanno indebolito l’esecutivo di Erdogan. Il sentirsi accerchiato avrebbe portato il premier a non fidarsi di alcuni membri del governo, come la decisione presa in solitario sull’Expo dimostrerebbe.
La possibilità di un ripensamento turco è comunque alta. La partecipazione costerebbe circa 15 milioni di euro e i benefici economici li supererebbero di gran lunga, dimostrazione dell’irrazionalità del boicottaggio e della natura tutta politica e istintiva della scelta.