Egitto, 529 condanne a morte
Il nuovo governo egiziano ha emanato la condanna a morte per 529 Fratelli Musulmani a sostegno dell’ex premier Morsi
La sentenza del maxi-processo che ha coinvolto in questi giorni più di mille sostenitori di Morsi si è conclusa parzialmente con la condanna a morte di 529 Fratelli Musulmani. La condanna, che potrebbe ricadere su altri detenuti, chiamati in causa domani in occasione di un’altra sessione del processo, rappresenta un caso più unico che raro, che ha suscitato lo scompiglio del popolo musulmano e, soprattutto, delle organizzazioni a sostegno dei diritti umani operanti nel territorio egiziano.
Tra i condannati figurano l’ex presidente del Parlamento Saad al-Katatni e il leader spirituale dei Fratelli Musulmani Mohammed Badie, ma dei 529 condannati la maggior parte sono ancora ricercati. I capi d’accusa riguardano le violenze perpetrate dal gruppo pro-Morsi durante la guerriglia dell’estate scorsa, in particolare relativamente agli attacchi a proprietà pubbliche e private ed assassinii di membri delle forze dell’ordine.
La drastica decisione del nuovo governo lascia dubbi in merito alla condotta che verrà perpetrata nei confronti di tutti i sostenitori di Morsi, non soltanto dei Fratelli Musulmani, facendo temere una escalation di violenza legalizzata in nome della primavera egiziana. Tuttavia i condannati del processo avranno la possibilità di appellarsi alla Corte Suprema di Egitto per ottenere un ulteriore processo o una commutazione della pena, si attendono dunque nuovi risvolti.