E’ legge l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti
L’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti è legge, la Camera dà il via libera definitivo con la conversione del decreto emanato dal governo Letta
E’ legge l’abolizione del finanziamento pubblico dei partiti, a seguito della conversione del decreto emanato dal governo Letta. Il testo è stato approvato a Montecitorio, dopo il sì del Senato, con 312 sì, 141 no e 5 astenuti. Favorevoli Pd, Fi, Ncd, Scelta civica e Per l’Italia, contrari Lega, Sel e M5S. Astensione da Fratelli d’Italia.
La votazione ha riguardato la conversione in legge di un decreto che abolisce il finanziamento pubblico diretto e indiretto ai partiti e lo sostituisce con un finanziamento privato che potrà avvenire attraverso: donazioni fiscalmente agevolate e la destinazione volontaria del 2 permille dell’Irpef (imposta sul reddito delle persone fisiche).
Avranno diritto al finanziamento privato solo qui partiti che garantiranno democrazia interna e trasparenza dei bilanci. I requisiti di trasparenza e democraticità sono indicati dal decreto-legge, in cui si prevede anche l’istituzione di un registro dei partiti politici ai fini dell’accesso ai benefici. I partiti devono dotarsi di statuti recanti necessari elementi procedurali e sostanziali che garantiscano la democrazia interna. Viene istituito il registro nazionale dei partiti politici che accedono ai benefici previsti dalla legge, consultabile dal sito internet del parlamento. Ogni partito deve avere un sito internet dal quale devono risultare le informazioni relative all’assetto statutario, agli organi associativi, al funzionamento interno e ai bilanci.
È stato inoltre stabilito un tetto di 100mila euro per le singole donazioni e una detrazione fiscale del 26% per le erogazioni liberali da 30 a 30mila euro; il nuovo provvedimento dispone inoltre l’assoggettazione all’Imu degli immobili di proprietà dei partiti. Contro il finanziamento pubblico, introdotto nel 1974 con la legge Piccoli, si era espresso il referendum abrogativo del 1993, che ne stabiliva l’abolizione.