Donna si fa esplodere alla stazione di Volgograd
Una donna-kamikaze si è fatta esplodere provocando la morte di almeno 18 persone e il ferendone 40
Una donna, originaria del Daghestan, si è fatta esplodere stamattina all’ingresso della stazione di Volgograd, vicino la fila per i controlli con il metal detector. L’ordigno che la kamikaze indossava aveva una potenza pari a 10 chili di tritolo e soltanto i controlli della sicurezza hanno impedito all’attentatrice di raggiungere la sala d’aspetto contenendo così il numero delle vittime, arrestatosi per il momento a 18. L’attentatrice era stata sposata con due terroristi uccisi dalle forze di sicurezza russe e sembrano esserci collegamenti tra lei e Naida Asiyalova, la donna che lo scorso ottobre si è fatta esplodere su un autobus pieno di studenti uccidendo sette persone, sempre a Volgograd. La città, che conta circa un milione di abitanti, si trova nelle vicinanze del Caucaso russo, una zona politicamente instabile, terreno fertile per il gruppo di insurrezione di matrice islamica che da anni è in guerra con la Russia di Putin.
Questo nuovo attentato sembra inserirsi nelle progetti sovversivi di Doku Umarov, uno dei principali comandanti dei ribelli ceceni che lotta per la secessione dalla Russia. Umarov, attraverso un video diffuso nel luglio scorso, aveva esortato i militanti a utilizzare “la massima forza” affinchè il presidente russo Vladimir Putin non potesse acquistare popolarità dalle Olimpiadi Invernali che si terranno il prossimo febbraio a Sochi, sul Mar Nero. Ecco perchè in seguito all’attentato, Putin ha chiesto alla Commissione inquirente l’adozione di tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza. Putin ha anche chiesto di assicurare tutta l’assistenza necessaria alle persone ferite dell’esplosione, provvedendo al loro trasporto a Mosca se necessario. Inoltre, le misure di sicurezza, secondo fonti della polizia russa, verranno rafforzate in stazioni e aeroporti.