Pubblicato: lun, 3 Mar , 2014

Disoccupazione, è ormai dramma sociale

Aumenta la disoccupazione in Italia

disoccupati bGli ultimi dati relativi alla disoccupazione in Italia, puntualmente forniti appena qualche giorno fa dall’Istat, rappresentano quello che è ormai un vero e proprio dramma sociale: 3 milioni e 293 mila persone sono disoccupate, con un aumento dell’1,9% rispetto al mese precedente (+60 mila unità) e dell’8,6% su base annua (+260 mila). Anche il tasso di disoccupazione pari al 12,9%, si attesta in aumento dello 0,2% rispetto al mese precedente e dell’1,1% nei dodici mesi. La situazione è talmente drammatica, nella sua evidenza, tanto da indurre il neo presidente del consiglio, Matteo Renzi, a dichiarare che il primo provvedimento che sarà approvato dal Governo, sarà il cosiddetto Jobs Act.

Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ossia la quota dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 42,4%, anche qui in aumento dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 4,0% nel confronto tendenziale. I disoccupati aventi una fascia d’età compresa fra i 15 e i 24 anni sono 690 mila. L’incidenza dei disoccupati di 15-24 anni, sulla popolazione in questa fascia di età, è pari all’11,5%, in aumento dello 0,3% rispetto al mese precedente e dello 0,8% su base annua. In lieve controtendenza si attesta il numero di individui inattivi tra i 15 e i 64 anni, che diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente (-45 mila) e dello 0,1% rispetto a dodici mesi prima (-9 mila). Lo stesso avviene per il tasso di inattività, che si colloca al 36,4%, in calo dello 0,1% in termini congiunturali, ma in aumento dello 0,1% su base annua.

Di particolare interesse, per comprendere la drammaticità occupazionale del momento, sono anche i dati medi del 2013. Infatti, secondo il nostro Istituto nazionale di Statistica, l’anno scorso l’occupazione è diminuita di 478.000 unità (-2,1%). La riduzione continua ad essere più forte nelle regioni meridionali (-4,6%, pari a -282.000). Prosegue il calo dell’occupazione maschile (-2,6%, pari a -350 mila), ma torna a ridursi quella femminile (-1,4%, pari a -128 mila). La discesa del numero degli occupati riguarda principalmente i 15-34enni e i 35-49enni (rispettivamente -482.000 unità e -235.000 unità), tuttavia si rileva in positivo la crescita degli occupati con almeno 50 anni (+239.000 unità).

Il tasso di occupazione si attesta al 55,6%, cioè dell’1,1% al di sotto del 2012. La riduzione dell’indicatore coinvolge entrambe le componenti di genere e tutte le ripartizioni, specie il Mezzogiorno. Tra il 2012 e il 2013, l’occupazione italiana cala di 500.000 unità, con il tasso di occupazione che si colloca al 55,3% (-1,0%). L’occupazione straniera, che in passato forniva un contributo importante alla forza lavoro occupata, aumenta in misura contenuta (+22.000 unità), ma il tasso di occupazione scende dal 60,6% del 2012 all’attuale 58,1%. A tal riguardo, la diminuzione interessa sia gli uomini (dal 71,5% al 67,9%) che le donne (dal 50,8% al 49,3%). Il calo dell’occupazione coinvolge tutti i segmenti del mercato del lavoro: i dipendenti a tempo indeterminato (-190.000, pari a -1,3%), i dipendenti a termine (-146.000, pari a -6,1%) e gli indipendenti (-143.000 unità, pari a -2,5%).

Analizzando i settori si nota come la contrazione dell’occupazione sia estesa e tocchi diversi comparti. Infatti, nell’industria in senso stretto prosegue la contrazione dell’occupazione, con un calo di 89.000 unità (-1,9%) che coinvolge il Nord e il Mezzogiorno e soprattutto le imprese di medie e grandi dimensioni. Inoltre, si accentua la flessione nelle costruzioni con 163.000 mila persone in meno (-9,3%), diffusa in tutte le ripartizioni e, in particolare, nel Mezzogiorno. Sempre, nella media del 2013, l’occupazione si riduce anche nel terziario, con un calo di 191.000 (-1,2%). A fronte della sostenuta riduzione degli occupati nei servizi generali dell’amministrazione pubblica e nel commercio, invece, i servizi alle imprese e alle famiglie mostrano un incremento di occupazione. Alla nuova discesa dell’occupazione a tempo pieno (-586.000, pari a -3,1%), fa da contraltare un nuovo incremento di quella a tempo parziale (108.000, pari a +2,8%). L’incidenza dei lavoratori che un svolgono part time involontario cresce dal 57,4% del 2012 al 61,6% del 2013.

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