Disoccupazione, a luglio -0,3%
A luglio 2013, secondo i dati dell’Istat, il numero di disoccupati, pari a 3 milioni e 76 mila, diminuisce dello 0,3% rispetto al mese precedente
Di Vito Campo
Il lieve calo della disoccupazione rispetto a giugno (-10 mila unità), potrebbe far pensare ad un lieve miglioramento dei senza lavoro in Italia, ma in realtà non è così: infatti l’aumento è dell’11,8% su base annua (+325 mila). La situazione è sempre più esplosiva. Anche i numeri, le percentuali, i dati, sia pure provvisori, nella loro fredda evidenza sono però capaci di rappresentare plasticamente la drammaticità della disoccupazione del “Bel Paese”. Del resto, i paragoni con gli altri Paesi dell’Eurozona messi peggio di noi, non leniscono affatto il dolore di chi è in cerca spasmodica di un lavoro, ma non riesce a trovarlo. Quasi come se fosse la cosa più normale del mondo non riuscire a mettere le mani su un lavoro, neanche su uno solo. Eppure è così!
Il tasso di disoccupazione si attesta al 12,0%, rimanendo invariato rispetto al mese precedente e in aumento dell’1,3% nei dodici mesi. Le persone in cerca di lavoro, aventi un’età compresa tra i 15 e i 24 anni, sono 635 mila e rappresentano il 10,6% della popolazione in questa fascia d’età. Inoltre, il tasso di disoccupazione dei 15-24enni, ossia l’incidenza dei disoccupati sul totale di quelli occupati o in cerca, è pari al 39,5%, in aumento dello 0,4% rispetto al mese precedente e del 4,3% nel confronto tendenziale. Il numero di individui inattivi – cioè di coloro i quali non studiano e non cercano lavoro – tra i 15 e i 64 anni, diminuisce dello 0,1% rispetto al mese precedente (-12 mila unità) ma aumenta dello 0,3% rispetto a dodici mesi prima (+36 mila). Il tasso di inattività si attesta al 36,4%, rimanendo invariato in termini congiunturali e in aumento dello 0,2% su base annua.
Sempre a luglio 2013, gli occupati sono 22 milioni e 509 mila. Il numero rimane sostanzialmente invariato rispetto al mese precedente, ma si attesta in diminuzione dell’1,9% su base annua (-433 mila). Anche il tasso di occupazione, pari al 55,9%, rimane stabile in termini congiunturali e diminuisce dell’1,0% rispetto a dodici mesi prima.
I dati su occupazione e disoccupazione assumono risvolti diversi se analizzati per trimestre, area geografica, settore e tipologia contrattuale. Infatti, nel secondo trimestre 2013, si accentua la diminuzione su base annua del numero di occupati (-2,5%, pari a -585.000 unità), in particolar modo nel Mezzogiorno (-5,4%, pari a -335.000 unità). La riduzione degli uomini (-3,0%, pari a -401.000 unità) si unisce a quella delle donne (-1,9%, pari a -184.000 unità). Al persistente calo degli occupati più giovani e dei 35-49enni (rispettivamente -532.000 e -267.000 unità) continua a contrapporsi, invece, la crescita degli occupati con almeno 50 anni (+214.000 unità).
La riduzione tendenziale dell’occupazione italiana prosegue inesorabile (-581.000 unità), mentre si arresta la crescita di quella straniera (-4.000 unità). Facendo il confronto con il secondo trimestre 2012, tuttavia, il tasso di occupazione degli stranieri fa segnare una riduzione del 3,5% a fronte di un calo dell’1,2% di quello degli italiani. Dati negativi si registrano anche in tre grandi comparti del Paese. Nell’industria in senso stretto prosegue la flessione dell’occupazione, con una discesa tendenziale del 2,4% (-111.000 unità), a cui si associa la più sensibile contrazione di occupati nelle costruzioni (-12,7%, pari a -230.000 unità). Per il secondo trimestre consecutivo l’occupazione si riduce anche nel terziario (-1,0%, pari a -154.000 unità).
Guardando alle tipologie contrattuali, anche qui, i dati non risultano certo lusinghieri: infatti per gli occupati a tempo pieno il calo è del 3,4% (pari a -644.000 unità rispetto al secondo trimestre 2012), che in quasi metà dei casi riguarda i dipendenti a tempo indeterminato (-2,5%, pari a -312.000 unità). Inoltre, per il secondo trimestre consecutivo, e con maggiore intensità rispetto al passato, cala il lavoro a termine (-7,2%, pari a -177.000 unità). A ciò si accompagna una diminuzione dei collaboratori (-7,0%, pari a -32.000 unità). In positivo, se può essere messo in questi termini, è l’aumento, in misura minore rispetto al recente passato, degli occupati a tempo parziale. La crescita riguarda, però, esclusivamente il part time involontario.
Il numero dei disoccupati, pari a 3.075.000, è in ulteriore aumento su base tendenziale (13,7%), pari a +370.000 unità. L’incremento, esteso su tutto il territorio nazionale, coinvolge in oltre la metà dei casi le persone con almeno 35 anni. Il 55,7% dei disoccupati è in cerca lavoro da un anno o più. Il tasso di disoccupazione trimestrale è pari al 12,0%, in crescita dell’1,5% rispetto ad un anno prima. Per gli uomini l’indicatore di disoccupazione passa dal 9,8% all’attuale 11,5%, così come per le donne dall’11,4% al 12,8%. Il tasso di disoccupazione dei 15-24enni sale al 37,3% (+3,4 %), con un picco del 51,0% per le giovani donne del Mezzogiorno.
Anche il ruolo degli inattivi desta non poca preoccupazione. Infatti, dopo ben sette trimestri di discesa, torna ad aumentare il numero di inattivi tra i 15 e i 64 anni (+1,2%, pari a 172.000 unità), in considerazione sia di quanti cercano lavoro non attivamente sia di quanti non cercano e non sono neppure disponibili a lavorare. L’aumento in più di nove casi su dieci riguarda gli uomini, e coinvolge soprattutto i giovani di 15-34 anni.