Date a Renzi quel che è di Renzi
Pace fatta fra Premier e sindacati
Alla fine la ragione se l’è fatta la Camusso e l’ha data anche a Renzi. Potrebbe anche incredibilmente darsi un primo accenno di un nuovo modo di concepire la politica, da attori permalosi o invidiosi sempre pronti alla contromossa via scontri e vendette, a responsabili politici che evitino i dibattiti fra muti e sappiano riconoscere i meriti dell’avversario, inconsueto in questo caso. Per la serie quando è sua è sua sembra dire la rossa Susanna. D’altronde sono passati solo pochi giorni dalle minacce di sciopero del leader della Cgil, sospettosa delle macchinazioni segrete del fresco Presidente del Consiglio che alle lamentele sulle mancate concertazioni con i sindacati all’annuncio del “JobsAct”, si era ancora rifiutato rispondendo “ce ne faremo una ragione”. Una dichiarazione quantomeno spiazzante considerato il tema così delicato come quello riguardante i lavoratori di un paese in crisi, ancora di più se vengono dal leader del partito rappresentante la sinistra che si rifiuta, quasi mai successo, di confrontarsi con il suo sindacato di riferimento. L’effetto sorpresa sembra però avere colto nel segno, addirittura avvicinando negli intenti comuni, come difficilmente capita, i tre sindacati nazionali. La presentazione in powerpoint, degna del miglior manager di azienda, alla cartella lavoro presentava i tagli alla spesa, gli ammortizzatori sociali, il contratto unico di lavoro, il taglio dell’Irpef con detrazioni fiscali fisse e l’agenzia unica per il lavoro. A carte scoperte allora, il passo indietro di Susanna Camusso che si rimangia la definizione di titoloni affibbiata agli annunci renziani e ospite dalla Gruber dichiara più serena: « Se il governo non ci consulta ma fa le cose che gli chiediamo: sta sulla buona strada» e aggiunge «Vedo che il presidente ci ha ascoltato – ha aggiunto – scegliendo di intervenire sulla parte di coloro che avendo un reddito fino a 8 mila euro di solito non rientrano mai in questi provvedimenti e di aver fatto riferimento non solo al lavoro dipendente ma anche ai precari. Credo che questo sia un risultato assolutamente positivo pur avendo giustamente sottolineato il presidente del consiglio la possibilità di avere risorse, credo che si possa fare un passo in più e dare una restituzione anche ai pensionati». I pensionati si, mancano ancora quelli per l’intera soddisfazione della Cgil e di Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni, rispettivamente segretari Uil e Cisl. Al resto dei permalosi e degli invidiosi tocca al Premier del Fare, dimostrare di non fare la figura del Berlusconi.