Crisi di governo, tutti i decreti a rischio
L’avvento di Renzi a Palazzo Chigi rischia di provocare ritardi sul calendario dei lavori
La crisi di governo, aperta dalle dimissioni del presidente Enrico Letta, rischia di avere pesanti ripercussioni sull’attività parlamentare. Sono otto i decreti legge di una certa importanza che rischiano di venire travolti. Tre i quelli in attesa di conferma che potrebbero decadere: quello sull’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, il “salva-Roma” e il Milleproroghe, tutti in scadenza entro fine mese.
Assemblee e commissioni, per scongiurare il rischio «decadenza», dovranno lavorare duramente. Si inizia con il decreto Milleproroge, già approvato al Senato, la cui discussione era già iniziata nella mattina alla Camera. I tempi sono stretti, visto che scadrà il 28 febbraio. Insieme al dl sullo stop al finanziamento pubblico ai partiti, di ritorno alla Camera dopo il voto del Senato e decade il 26 febbraio.
In Senato a rischiare è lo Svuotacarceri, già approvato alla Camera, che dovrebbe essere votato entro il 21 febbraio, ma Forza Italia vuole cambiare diverse norme, mentre la Lega lo contesta integralmente. Il Destinazione Italia, è stato licenziato dalla Camera e adesso è al vaglio del Senato che ha come limite massimo la data del 21 febbraio. Ancora più a rischio il Salva-Roma-bis, che scade il 28 febbraio, sul quale la commissione bilancio ancora non ha iniziato ad esprimersi.
Per quanto riguarda il decreto missioni, approvato questa settimana dalle Commissioni Esteri e Difesa e che dovrebbe venire convertito entro il 17 marzo, non dovrebbero esserci problemi. L’ esame di tale decreto è stato sospeso in attesa che il governo chiarisse sulla vicenda dei due marò in India; il provvedimento sugli automatismi stipendiali del personale della scuola verrà votato, invece, entro il 24 marzo. Infine c’è quello che disciplina il rientro dei capitali dall’estero che decade il 30 marzo, i cui testi sono stati seguiti, sinora, nel loro iter parlamentare, da ministri e sottosegretari che, in presenza della crisi di governo di certo dovranno cambiare.
A rischio anche la discussione sulla legge elettorale: martedì alla Camera dovrebbe iniziare il dibattito e il voto martedì 18.