Corte dei Conti: “Comune di Napoli fallito”
Secondo i giudici contabili il capoluogo campano avrebbe dovuto dichiarare il dissesto finanziario già a gennaio
Il Comune di Napoli è già fallito. È questo l’impietoso giudizio dei magistrati contabili dato all’interno delle 110 pagine del documento, pubblicato oggi da La Repubblica, con cui la Corte dei Conti ha bocciato il piano di risanamento varato dal sindaco Luigi De Magistris, il quale ha già annunciato ricorso.
La condizione del Comune partenopeo sarebbe estremamente grave e non avrebbe le possibilità di accedere ai fondi del decreto salva-Comuni. Le criticità messe in evidenza sono numerose. L’incapacità di riscuotere le imposte e i tributi è la più grave, è infatti del 50% il tasso di evasione di tasse e multe dei cittadini napoletani. Queste, che rappresentano l’88% delle entrate, vengono comunque messe tutte in bilancio anche se l’effettiva riscossione è incerta se non impossibile, i magistrati segnalano anche la presenza, tra le attività, di crediti, per 68 milioni, risalenti al 1993 e sicuramente inesigibili.
A questo si aggiungano le spese: il costo del personale è del 50% superiore ai limiti imposti dalla legge, tra l’altro nella previsione di spesa il costo di questo è pesantemente sottostimato, di 44 milioni per il 2014 e di ben 100 per il 2022.
Altro punto dolente è la dismissione del patrimonio immobiliare che, nelle intenzioni del sindaco, doveva essere il fulcro del risanamento dei conti. Non solo gli incassi delle prime vendite sono state di molto al di sotto di quanto preventivato e il valore del patrimonio è stimato sei volte sopra quello inventariato ma manca, per la Corte dei Conti, un programma preciso che dimostra “l’assenza, da parte dell’Ente, di un effettivo controllo delle operazioni poste in essere e di quelle da intraprendere”.
Non si sono fatte attendere le reazioni degli interessati. Il Sindaco, oltre a criticare la decisione della Corte e per la quale ha già annunciato ricorso, ha ricordato che il Comune da un anno e mezzo è sottoposto ad un piano di riequilibrio (anch’esso bocciato dalla Corte) non condiviso e che ha imposto un aumento delle tasse. È probabile che De Magistris ora chieda al governo nazionale un provvedimento ad hoc come è stato fatto per Roma. «Fa rabbia che prima Alemanno e poi Marino ottengano una legge speciale per la capitale e invece per Napoli ci si giri dall’altra parte», sono queste le parole che fanno pensare alla richiesta di intervento statale.