Corruzione, evasione e libertà di stampa in Italia
Abbiamo effettuato una ricognizione a partire dagli appunti mossi da alcune istituzioni ed organizzazioni internazionali nei riguardi del rispetto dei diritti umani in Italia
Fra le carenze nei diritti umani in Italia, probabilmente, in prima evidenza è da porre la corruzione, se non altro per il grande numero di “vittime”, ossia la quasi totalità della popolazione. Al riguardo così si esprime Freedom House “La corruzione resta un problema centrale nella politica italiana”. Freedom House assegna alle libertà civili, ai diritti politici ed alla libertà di stampa di ogni paese un punteggio che, per i primi due va da 1 (valore massimo) a 7 (valore minimo). Freedom House ha abbassato il valore dei diritti politici in Italia da 1 a 2 spiegandolo nel seguente modo “La valutazione dei diritti politici in Italia è scesa da 1 a 2 a causa della continua, diffusa grande e piccola corruzione, soprattutto al sud”.
Questa pesante valutazione è confermata da Trasparency International, che per il 2012 ha assegnato all’Italia un indice di 42/100 che la pone al 72° posto nel mondo (su 174 valutati) e fra gli ultimi paesi dell’Unione Europea, seguita soltanto dalla Bulgaria, al 75° posto con un indice di 41 e dalla Grecia al 94° posto con un indice di 36. Nel suo commento relativo all’Italia T.I. cita il rapporto 2012 della Corte dei Conti che “ha denunciato come la corruzione sia in grado di far lievitare i prezzi delle grandi opere pubbliche fino al 40% in più”.
Anche il rapporto 2012 del Dipartimento di Stato USA, nel capitolo dedicato all’Italia fa riferimento alla pesante corruzione in Italia, citando il dato fornito dalla Corte dei Conti di 4.046 persone denunciate nel 2011 per corruzione, concussione ed abuso di potere. Tuttavia le violazioni dei diritti politici in Italia non si ferma soltanto a ciò.
Vi è da aggiungere un’altra gravissima violazione che ha effetti pesantissimi su tutta la popolazione in termini soprattutto economici, che è l’evasione fiscale, valutata dalla Corte dei Conti in circa 180 miliardi l’anno, pari il 27% del PIL, contro il 22,50% della Spagna, il 16% della Germania, il 15% della Francia ed il 12,50% del Regno Unito. L’evasione fiscale è pienamente da annoverare fra le violazioni dei diritti umani poiché si trasforma in denaro nero che prende la via dei paradisi fiscali, sottraendo risorse all’economia nazionale e costringendo lo stato a mantenere più elevata la pressione fiscale su chi non evade, ossia i percettori dei redditi da lavoro e da pensione, che rientrano nella quasi totalità dei casi nella fascia più bassa dei redditi, con l’ovvia conseguenza di violare i diritti economici e sociali di quasi tutta la popolazione italiana, comprimendone i consumi e quindi mantenendo in stato di sottosviluppo l’economia.
In materia di libertà di stampa si sono pronunciati in sede ONU sia il Comitato per i Diritti Umani, sia il Relatore speciale sul diritto alla libertà di opinione e di espressione. Il primo, che vigila sul rispetto del Patto Internazionale sui Diritti Civili e Politici, ha espresso preoccupazioni sulle misure previste dalla legge sulle emittenti radiotelevisive del 2004 (Legge Gasparri), misure che “potrebbero essere inadeguate ad affrontare questioni di influenza politica sulla televisione pubblica”, mentre il secondo ha rilevato che “la concentrazione dei media, insieme ai problemi dei conflitti d’interesse, minacciano sempre più la libertà di opinione e di espressione”.
Freedom House classifica la stampa italiana come “parzialmente libera”, giustificando questa classificazione con l’eccessiva concentrazione della stampa: “I quotidiani sono gestiti principalmente da partiti politici o posseduti da grandi gruppi editoriali. Quando Berlusconi era capo del Governo controllava fino al 90% dei media radiotelevisivi del paese attraverso emittenti di proprietà dello stato e la sua holding di media privati.” Il Dipartimento di Stato USA così si esprime riguardo alla libertà di stampa in Italia: “La holding di famiglia dell’ex primo ministro Berlusconi, Fininvest, ha mantenuto una quota di controllo della più grande azienda televisiva privata del Paese, Mediaset, della più grande casa editrice di riviste, Mondadori, e della più grande società pubblicitaria, Publitalia. Il fratello di Berlusconi possiede uno dei quotidiani nazionali del Paese, il Giornale.”
N.B. Ciò che è riportato in corsivo è una citazione testuale. Gli organismi citati sono sottolineati
Sono stati presi in considerazione:
i rapporti degli ultimi anni dei Comitati ONU costituiti per la verifica del rispetto, da parte degli stati aderenti, delle varie convenzioni ONU riguardanti diritti umani (il Comitato per i Diritti Umani, il Comitato per i Diritti Economici, Sociali e Culturali, il Comitato Contro la Tortura, il Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale, il Comitato per l’Eliminazione della Discriminazione Contro le Donne, il Comitato sui Diritti del Fanciullo);
i rapporti dell’Alto Commissariato ONU per i Diritti Umani, dell’Alto Commissariato ONU per i Rifugiati, del Gruppo di Lavoro ONU sulla Detenzione Arbitraria, del Relatore Speciale ONU sul Diritto alla Libertà di Opinione e di Espressione, del Relatore Speciale ONU sui Diritti Umani dei Migranti, dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro dell’ONU);
il rapporto 2013 di Amnesty International sull’Italia e la campagna promossa dalla Sezione Italiana “Ricordati che devi rispondere”;
il rapporto 2013 di Freedom House sull’Italia (organizzazione indipendente con sede a Washington “dedicata alla espansione della libertà in tutto il mondo”);
gli indici 2012 di Trasparency International (associazione contro la corruzione che assegna annualmente ad ogni paese “l’Indice di Percezione della Corruzione”);
il rapporto 2012 sui diritti umani del Dipartimento di Stato USA sull’Italia;
il rapporto 2012 della Corte dei Conti italiana, citato sia da Trasparency International che dal Dipartimento di Stato USA