Conio virtuale in crisi: derubati migliaia di BitCoin
Spariti 380 milioni di dollari in moneta virtuale
Tanto virtuale da sparire del tutto. Il Bitcoin, il conio virtuale emesso tramite condivisione web dal 2009, deve fare i conti con una svalutazione che minerà la sua sopravvivenza sul mercato. Una delle più grandi piattaforme di scambio, la giapponese Mt. Gotze, ha dovuto infatti chiudere i battenti perché sarebbe stata derubata da hacker di 744.408 bitcoin, del valore al cambio di 380 milioni di dollari (1:500) , attraverso una falla del sistema che d’altronde aveva cominciato a singhiozzare già dal 7 febbraio scorso. Con il sito fuori uso la sede della società a Tokyo è vuota e assediata da una cinquantina di investitori, il suo fondatore Mark Karpeles rinchiuso a casa in attesa di conseguenze legali. Il valore altamente altalenante della moneta digitale era sceso dell’83,7%, da 828 a 135 dollari, durante i primi segnali di cedimento della società di Karpeles, e subirà delle ripercussioni proprio ora che aveva finalmente suscitato l’interesse delle banche mondiali, portando all’istallazione di veri e propri bancomat con prelievo usb.
Le altre sei società concorrenti (Coinbase, Kraken, Bitstamp, Btc China, Blockchain e Circle) si sono affrettate a prendere le distanze da Mt. Gox affermando in una nota congiunta che «Questa tragica violazione della fiducia degli utenti di Mt.Gox è il risultato delle azioni di una società e non riflette la resilienza o il valore di Bitcoin e dell’industria della moneta digitale. Ci sono centinaia di aziende affidabili e responsabili coinvolte in Bitcoin. Queste realtà continueranno a costruire il denaro del futuro rendendo Bitcoin più sicuro e facile da usare per i consumatori e i commercianti. Come in ogni nuova industria, ci sono alcuni attori cattivi che devono essere estirpati, ed è quello che stiamo osservando oggi. Mt. Gox ha confermato i suoi problemi in discussioni private con gli altri membri della comunità Bitcoin».