Cie di Roma, migranti si cuciono la bocca
Protesta estrema di otto migranti che, richiedendo di essere messi in libertà, si sono cuciti le labbra
Al Centro di identificazione ed espulsione di Ponte Galeria, a Roma, quattro tunisini e quattro marocchini hanno deciso di cucirsi le labbra per protestare contro la loro esasperante condizione di reclusione ingiustificata. I reclusi hanno fabbricato una sorta di ago rudimentale e con il filo di una coperta hanno provveduto a cucirsi in alcuni punti la bocca; una volta scoperti dai responsabili del centro, i migranti sono stati sottoposti alle cure di primo soccorso, presentando delle ferite superficiali.
L’emblematico gesto, alla cui origine ci sarebbe un giovane imam tunisino, rappresenta la mancanza di libertà dei reclusi, privati di qualsiasi facoltà decisionale senza aver commesso un crimine che giustifichi la loro esasperante condizione. Episodi di questo genere sono già avvenuti in altri Centri e probabilmente continueranno a verificarsi, almeno finché le politiche sull’immigrazione non cambieranno rotta verso una maggiore umanità.