Caso Di Sarno : il giudice nega la scarcerazione
Rigettata la richiesta di sospensione dell’esecuzione della pena e disposto il trasferimento in ospedale
Vincenzo Di Sarno aveva lanciato nei giorni scorsi un drammatico appello. Affetto da un tumore al midollo osseo e costretto su una sedia a rotelle aveva scritto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, chiedendogli “libertà di eutanasia” preferibile ad “una morte lenta in carcere”. Due giorni fa Napolitano era intervenuto chiedere la sospensione della pena e l’avvio della procedura per la concessione della grazia.
Ieri però il giudice ha rigettato l’istanza presentata dai difensori di Di Sarno. L’uomo di 35 anni è rinchiuso nel carcere napoletano di Poggioreale dal 2009, dove sta scontando una pena di sedici anni di reclusione per l’omicidio di un cittadino extracomunitario, avvenuto durante una rissa. Secondo il magistrato Rosa Labonia non ci sono i presupposti per l’adozione di un provvedimento d’urgenza dal momento che “il soggetto non risulta in immediato pericolo di vita e nonostante le continue sollecitazioni mediche sta rifiutando la terapia medica infusiva e nutrizione con brick”. Inoltre nonostante la gravità delle sue condizioni di salute espressa dalla relazione sanitaria, il detenuto risulta lucido, vigile e cosciente.
Non è dello stesso avviso la madre di Di Sarno la quale disperata, spiega «Pesava 115 chilogrammi ed ora ne pesa 53 e non si regge in piedi come fanno a dire che non rischia la vita. Sì, rifiuta la terapia, il cibo, perché non ce la fa più, mio figlio non ha più la forza di vivere».
Il tribunale ha comunque disposto il ricovero presso l’ospedale Caldarelli di Napoli dove il detenuto è già stato trasferito. Il Guardasigilli Annamaria Cancellieri commentando oggi la decisione del giudice Labonia, ha assicurato che il Ministero della Giustizia ha fatto tutto quello che poteva in merito alla vicenda Di Sarno, fornendo al magistrato di sorveglianza tutti gli elementi necessari per la valutazione del caso. Il ministro ha anche aggiunto che a suo avviso il magistrato ha fatto una scelta ponderata, relativamente ad un caso che non ha esistato a definire eccezionale.