Campo profughi palestinese in Siria e violenze dell’Isis.
Le reticenze di molti media non permettono di farsi liberamente un’opinione, giusta o no che sia di ciò che avviene.
Il campo profughi di Yarmouk, alle porte di Damasco in Siria, dove almeno 3.500 bambini e oltre 10.000 adulti sono senza cibo né acqua o medicine, è “una nuova Sebrenica” ha commentato l’Unicef. Il campo è sotto il controllo dello Stato islamico e del Fronte al Nusra e un deputato palestinese, come ha riferito Haaretz, sostiene che vi sono già stati uccisi, per mezzo di esecuzioni sommarie, decapitazioni e simili altre atrocità, più di 1000 palestinesi.
A Sebrenica, nel 1995, i serbo-bosniaci trucidarono circa 8.000 musulmani. Ed ora è l’Onu ad affermare che la situazione a Yarmouk va “oltre il disumano”. “L’Isis è un movimento fascista e ora sta pubblicando foto di teste mozzate fra le quali quella dell’imam della moschea sostenitore di Hamas, accusato di essere un apostata”, dice il deputato palestinese Ahmed Tibi. A resistere all’avanzata degli assassini jihadisti, oltre alle truppe di Assad, sono le forze laiche palestinesi e l’ala locale di Hamas, Aknaf Beit al Maqdisi. E nessun’altro.
Ma a chi giova l’Isis, si è chiesto già nel luglio 2014 Giulietto Chiesa, storico corrispondente dell’Unità . E la risposta per lui è che l’Arabia Saudita ha cacciato fuori i mezzi finanziari per la sua creazione, mentre il maggior beneficiario è Israele. “L’obiettivo è far fuori la Siria e procedere verso una guerra contro l’Iran. Ovvio che tutto questo non si può fare senza l’apporto dei servizi segreti israeliani e americani, oltre che inglesi. Il che non significa necessariamente che Obama sia al corrente di tutto. Chi guida sono i sionisti israelo-sauditi in combutta con i neocon americani”.
Ebbene è notizia diffusa dall’agenzia irachena Sarma News e dall’agenzia iraniana Tasnim News e ripresa da alcuna della stampa internazionale, non per accreditamento ma per correttezza d’informazione, cosa non consentita in Italia, che, nei primi giorni del marzo appena trascorso, quattro consiglieri militari israeliani e americani sarebbero stati arrestati in Iraq, durante un’operazione delle forze antiterrorismo irachene denominata “Puntura di scorpione”, mentre davano assistenza ai terroristi dell’Isis. Secondo le fonti i consiglieri sono stati catturati presso un quartier generale vicino alla città di Mosul da cui lo Stato islamico ha organizzato azioni militari nella provincia irachena di Ninive.
Il capo dell’Organizzazione Badr del Parlamento iracheno, Qasim al-Arazi ha dichiarato che ci sarebbero prove, secondo un rapporto diffuso dal sito in lingua araba Almasalah, che gli Stati Uniti stiano armando l’Esercito islamico. La notizia ha valore forse relativo, però è certo che l’Occidente e i suoi alleati nella regione hanno armato i guerriglieri contro il siriano Assad e l’Isis combatte contro Damasco.
Tony Cartalucci, ricercatore geopolitico e scrittore, ha scritto: “in ultima analisi, se un pallet sia scivolato nelle mani dell’Isis per puro caso in un recente rifornimento paracadutato è una questione controversa. Miliardi in contanti, armi, attrezzature e veicoli sono stati già forniti deliberatamente ai numerosi gruppi che Isis rappresenta, come pianificato già nel 2007. L’Isis è una creazione intenzionale da parte degli Stati Uniti, nell’ambito del loro intento di esercitare un’egemonia regionale in Medio Oriente e le atrocità dell’Isis sono state previste molto tempo prima che i colpi iniziali fossero sparati nel 2011 nel conflitto siriano, assai anteriormente rispetto a quando il termine Stato islamico sarebbe diventato espressione corrente”. Parole abbastanza pesanti, senza dubbio, e tuttavia pure Sean Penn, attore, regista, produttore cinematografico e sceneggiatore statunitense, per cinque volte nominato all’Oscar e due volte vincitore come migliore attore, intervistato in diretta nella trasmissione serale “Conan” della rete televisiva americana TBS, ha ricordato che Cheney, George Bush e altri falchi USA sono i veri creatori dell’Isis.
In questi giorni il governo israeliano è furioso per l’accordo sul nucleare tra l’amministrazione Obama e l’ran; noi che invece teniamo per la pace, giudichiamo positivamente tale indizio , vogliamo sperare, di una nuova consapevolezza.