Calo nel mercato delle pelli, esultano gli animalisti
Il crollo del mercato interno della pelletteria e pellicceria fa gridare alla vittoria le associazioni animaliste. Rimane in crescita la domanda estera
Crolla nell’ultimo triennio il mercato della pellicceria e pelletteria. Secondo i dati di Confcommercio la contrazione è stata del 3,5% nel 2011, del 4,5% nel 2012 e del 3,9% nel primo trimestre del 2013.
Fanno da contraltare alle preoccupazioni degli operatori del settore le dichiarazioni delle associazioni animaliste. La AIDAA (Associazione italiana difesa animali e ambiente) canta vittoria ricordando, con il suo presidente Lorenzo Croce, come questi dati « mostrano il crollo di una tendenza e riducono di molto i guadagni degli sfruttatori di animali, ovviamente questo comporta anche una diminuzione, se non immediata, almeno in prospettiva nei prossimi anni degli allevamenti intensivi di animali da pelliccia».
Lo stesso Croce, pur ammettendo che la contrazione negli affari sia dovuta più alla crisi che ad una scelta consapevole ed animalista del pubblico si augura che «il crollo diventi un tracollo e che la crisi aiuti a far prendere coscienza di quanto sia desueto vestirsi di pelli e pellicce di cadaveri di animali» inoltre esorta le istituzioni a vigliare affinché nei mercati rionali e negozi secondari non si vendano, sfruttando il prezzo ridotto, capi realizzati con pellicce di cani e gatti, cosa categoricamente proibita in Italia.
Va sottolineato comunque che la “vittoria” degli animalisti è riferibile al solo mercato interno, a riprova, forse, di come il fattore determinate sia la crisi. Per limitarci alla sola pelletteria la produzione totale nel 2012 è salita del 9,4% per un valore totale di circa 9 miliardi, a trainare la crescita è stato l’export che con un aumento del 21,8% ha ampiamente compensato il calo italiano del 4,5%.