Calabria, falsi incidenti stradali: truffa da 5 milioni di euro
Venti le persone arrestate, 156 quelle denunciate. Sequestrati beni per oltre 2 milioni di euro
Gli agenti del Nucleo di polizia tributaria del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro hanno eseguito, questa mattina, numerosi arresti e ingenti sequestri di beni per smantellare un sodalizio criminale accusato di associazione per delinquere, finalizzata alla truffa ai danni di compagnie di assicurazione e del Fondo di garanzia delle vittime della strada.
Su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale del capoluogo calabrese, il Gip ha emesso 20 ordinanze di custodia cautelare, 16 delle quali in carcere. Ha disposto il sequestro di beni mobili e immobili per un valore di 2 milioni di euro, in particolare di 17 unità abitative tra le province di Cosenza e Catanzaro, e di somme di denaro, 700 mila euro, depositate su numerosi conti correnti. Le persone denunciate, invece, sono 156.
L’operazione, denominata “Violentemente investito”, è frutto di un’intensa attività investigativa durata tre anni. Intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche, accertamenti bancari e patrimoniali hanno rivelato una truffa da 5 milioni di euro.
Gli investigatori, tra il 2009 e il 2012, avrebbero scoperto sinistri stradali denunciati, ma mai avvenuti o avvenuti e aggravati nelle conseguenze, per ottenere indennizzi dalle compagnie di assicurazione.
La truffa sarebbe stata orchestrata da un avvocato del foro catanzarese, finito in manette con il fratello che lo avrebbe aiutato a procacciare clienti. Il legale, secondo gli inquirenti, avrebbe ideato la dinamica dei falsi sinistri, provvedendo anche a procurare le autovetture danneggiate, i testimoni e, grazie a un medico compiacente, le certificazioni peritali. Laddove non vi fosse stata controparte o non vi fosse stata copertura assicurativa, la richiesta di risarcimento sarebbe stata inoltrata al Fondo di garanzia delle vittime della strada.
I beneficiari degli indennizzi, gran parte dei quali denunciati, una volta ottenute le somme a titolo di risarcimento dalla compagnia di assicurazione, avrebbero versato una parte del denaro illecitamente percepito agli organizzatori della truffa.