Brevettati i telefonini oculisti e salvavita
Gli ultimi sviluppi delle tecnologie smartphone sempre più tuttofare
Dalla Stanford University arriva il sistema per diagnosi oculistiche fai-da-te tramite i cellulari di ultima generazione. Due economici dispositivi renderanno immediata anche in situazioni d’emergenza la cattura dell’immagine dell’occhio per osservarne nel dettaglio la struttura interna, anteriore e posteriore.
David Myung, autore di due articoli che descrivono lo sviluppo e l’esperienza clinica di tali dispositivi, ha avviato il progetto con Robert Chang circa due anni fa. Dove l’equipaggiamento standard per fotografare l’occhio è costoso e richiede una formazione specifica, l’invenzione del team di ricercatori della Stanford aiuterà i medici di famiglia e il personale del pronto soccorso che non dispongono di questo genere di apparecchiature. «Adattando lo smartphone all’occhio si ha il potenziale per migliorare le cure soprattutto nei luoghi dove sono meno accessibili», ha detto Myung. «Sia che si tratti del reparto di emergenza, dove i pazienti spesso devono aspettare molto tempo per uno specialista, o durante una visita dal medico, speriamo che possiamo migliorare la qualità delle cure per i nostri pazienti, soprattutto nelle aree in via di sviluppo, dove gli oculisti sono pochi e lontani tra loro». Seppur a basso costo sempre di tecnologie si tratta, sviluppate attraverso gli smartphone per la tutela della salute e della sicurezza delle persone, come l’ultima trovata di Apple. Un brevetto più articolato quello pensato e depositato dalla società californiana, che sembrerebbe prevedere l’utilizzo del “salvavita” nei telefoni di prossima uscita.
Come descritto dal blog AppleInsider, i nuovi melafonini sarebbero in grado di recepire attraverso dei sensori integrati se movimenti troppo bruschi o rumori oltre una certa soglia corrispondono ad eventuali pericoli per il possessore, siano essi incidenti, aggressioni o emergenze mediche, facendo partire la chiamata d’emergenza con i dati Gps della posizione al contatto più vicino fra quelli previsti per l’allerta.