Arriva a Palermo la Commissione parlamentare antimafia
All’ordine del giorno: la gestione dei beni confiscati
La Commissione parlamentare antimafia, guidata dal presidente Rosy Bindi, sarà a Palermo oggi e domani per una serie di audizioni sulla gestione dei beni confiscati ai boss di Cosa nostra. In mattinata sono previste in Prefettura le audizioni del Prefetto Francesca Cannizzo e del Comitato per l’ordine e la sicurezza (composto dal Questore di Palermo Maria Rosaria Maiorino, Comandante provinciale dei Carabinieri Pierangelo Iannotti, Comandante provinciale Guardia di Finanza Stefano Screpanti e Capo centro Dia Giuseppe D’agata), del Procuratore capo di Palermo Francesco Messineo, dei magistrati della Dda e del Procuratore generale Roberto Scarpinato.
Nel pomeriggio saranno invece ascoltati i presidenti delle sezioni di misure di prevenzione del Tribunale di Palermo e Caltanissetta e i magistrati delle stesse sezioni. Successivamente toccherà anche agli amministratori giudiziari, alle associazioni antimafia e ai rappresentanti dei sindacati. Domani la Commissione si riunirà al Palazzo dei Normanni per incontrare la Commissione antimafia dell’Ars presieduta da Nello Musumeci. Presenti alle audizioni, inoltre, anche i due vicepresidenti Luigi Gaetti (M5S) e Claudio Fava (Sel) e i compinenti Enrico Buemi (Ps), Salvatore Tito Di Maggio (Popolari), Michele Giarrusso (M5S), Giuseppe Lumia (Pd), Corradino Mineo (Pd), Franco Mirabelli (Pd), Lucrezia Ricchiuti (Pd), Salvatore Torrisi (Ncd), Francesco D’Uva (M5S), Davide Farone (Pd), Davide Mattiello (Pd), Riccardo Nuti (M5S), Giulia Sarti (M5S), Rosanna Scopelliti (Ncd) e Andrea Vecchio (Scelta civica).
Terminato l’incontro all’Assemblea Regionale Siciliana, la Commissione parlamentare antimafia si recherà a Castelvetrano, paese d’origine del boss Matteo Messina Denaro, dove incontrerà una rappresentanza di lavoratori delle aziende confiscate, tra cui quelli della Gruppo 6 Gdo, sottratta al boss Grigoli.
La visita della Commissione si è ritenuta necessaria alla luce delle dichiarazioni rilasciate alla fine di gennaio al quotidiano La Repubblica dal prefetto Giuseppe Caruso, direttore dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Caruso era intervenuto proprio in merito alla gestione dei patrimoni requisiti, accusando pesantemente gli amministratori di curare i propri interessi piuttosto che dare priorità all’effettivo riutilizzo dei beni. Immediata era stata la reazione della presidente Rosy Bindi che, annunciando la visita a Palermo della Commissione parlamentare antimafia per fare chiarezza sul caso, ha proposto di avviare eventuali interventi legislativi attraverso una riforma normativa che regola l’attuale funzionamento dell’Agenzia.