Alitalia: fallimento vicino, al vaglio nuove opzioni
I sindacati spingono per l’intervento di Fintecna, preoccupa l’ipotesi commissariamento
di Giulio Figlia
Continua senza trovare una soluzione la vicenda Alitalia. A pochi giorni dal fallimento pare, ma il condizionale è d’obbligo, che sia pronto un piano di salvataggio da circa 500 milioni. 150 verrebbero da un intervento pubblico, altri 150 dai soci e i restanti 200 dalla creazione di nuove linee di credito; in questa maniera Air France dovrebbe sborsare circa 75 milioni senza la possibilità di aumentare le proprie quote e qualora il gruppo francese si dovesse rifiutare sarebbero le banche a coprire il contributo mancante.
Nei giorni scorsi sono intervenuti i sindacati preoccupati per i risvolti occupazionali, secondo le sigle confederali, unite come non mai, quello che occorre è non solo evitare il fallimento, con risultati catastrofici per i posti di lavoro anche nell’indotto, ma escludere ogni ipotesi di commissariamento. Il ricorso alla legge Marzano, infatti, condurrebbe ad uno smembramento della società facendole perdere quella continuità aziendale utile per mantenere le licenze, inoltre la cessione, obiettivo finale del commissario, favorirebbe Air France-KLM che avrebbe gioco ancor più facile nel rilevare l’ex compagnia di bandiera italiana.
Tra le opzioni al vaglio, i rappresentanti dei lavoratori sembrano prediligere quella che prevede l’intervento pubblico e nello specifico il coinvolgimento di Fintecna in luogo di Ferrovie dello Stato, secondo Franco Nasso, segretario generale di Filt-Cgil, “l’ipotesi FS richiederebbe troppo tempo”. Tempo che sta scadendo, infatti se da un lato il commissario dell’ENAC Vito Riggio ha assicurato che l’azienda non rischia il ritiro della licenza, l’ad di ENI Paolo Scaroni ha affermato che la sua compagnia non può continuare a fare credito ad una società sull’orlo del fallimento e quindi garantirà il carburante necessario solo fino a sabato.