Aldo Scardella, un innocente in galera.
Accusato sulla base di sospetti privi di indizi, dell’omicidio del proprietario di un market, e sottoposto ad un rigido isolamento, il giovane non riuscì a reggere le pressioni, e si tolse la vita in carcere gridando la sua innocenza.
di: Desirè Sara Serventi
È il 1985, quando un giovane universitario cagliaritano, Aldo Scardella venne accusato di omicidio e arrestato, in base a dei sospetti inconsistenti. Per il giovane saranno mesi di un isolamento totale, privato di tutti i suoi diritti, compreso quello di nominare subito dopo l’arresto un avvocato. Lo studente non riuscendo a sopportare l’isolamento e l’ingiustizia nei suoi confronti, si tolse la vita in carcere, gridando la sua innocenza. Solo dopo la sua morte salteranno fuori i nomi dei veri assassini. A raccontare i fatti Cristiano Scardella, fratello della vittima dell’ingiustizia, che non riesce ad accettare che Aldo sia stato accusato ingiustamente di un delitto, in realtà mai commesso, e sottoposto a un totale isolamento. Lo stesso Enzo Tortora non dubitò mai dell’innocenza del giovane, prendendo Aldo come simbolo dell’associazione, giustizia giusta.
Degli uomini armati entrarono per una tentata rapina in un market di Cagliari, uccidendone il titolare, omicidio del quale fu accusato Aldo?
Sì fu arrestato perché una fonte mai identificata, dichiarò di aver visto Aldo nei pressi del market, qualche girono prima del delitto.
Era vero che Aldo era nei pressi del negozio?
Certo era obbligato, visto che era la strada che doveva fare per andare a casa.
Per essere stato arrestato, avranno trovato qualche indizio?
Vicino a casa di Aldo è stato trovato un passamontagna dei rapinatori, e hanno sospettato fosse il suo.
Quindi?
La polizia, ha fatto l’indagine olfattiva.
Cioè?
A un cane è stato fatto annusare il passamontagna per vedere se attraverso questo esame olfattivo avrebbe riconosciuto, tra le persone sospettate a chi appartenesse.
In questa indagine, il cane ha riconosciuto in Aldo il proprietario?
Il cane non ha riconosciuto in Aldo il proprietario del passamontagna.
Stai dicendo che l’esito è stato positivo per tuo fratello?
Certo perché il passamontagna non era il suo. Anche il guanto di paraffina dimostrava che Aldo, non aveva esploso alcun colpo di pistola.
Nonostante l’esito sia stato positivo per Aldo, è stato arrestato?
Sì perché dissero che uno dei banditi era alto quanto Aldo. In quel periodo invece, mezza Sardegna era alta quanto lui. In base a questi elementi, che erano sospetti e non indizi, hanno decretato l’ordine di cattura, quindi è stato arrestato per presunzione di colpevolezza.
Vuoi raccontare dell’arresto?
È stato arrestato senza che ci avvisassero, quando siamo andati in questura, ci hanno detto che l’avevano condotto in un carcere segreto, per evitare che si inquinassero le prove, comunicando con lui. Non sapevamo dove fosse, e per oltre una settimana, Aldo non ha avuto la possibilità di nominare un avvocato.
In quale carcere si trovava?
Prima a Oristano, e poi a Cagliari.
Si trovava in isolamento?
Sì e gli hanno negato tutto, dalla possibilità di fargli pervenire la biancheria intima, al poter ricevere visite assidue. Per lui è stato un isolamento durissimo, e visto le condizioni Aldo non c’è la fatta, e si è tolto la vita in carcere, scrivendo su un foglio, è morto un innocente.
Enzo Tortora invece, credette subito alla sua innocenza?
Esattamente, infatti come simbolo dell’associazione giustizia giusta prese proprio Aldo.
Quando è arrivata la verità sulla sua innocenza?
Anni dopo, quando un esponente della malavita cagliaritana, si assunse la responsabilità dell’accaduto, portando in causa altre persone, che furono poi processati e condannati.
Hai scritto un libro che si intitola Fuori dalla gabbia, racconta la storia di Aldo?
Sì principalmente racconta la storia di Aldo, e nel libro viene denunciato quello che è accaduto, e l’ingiustizia che ha subito, anche perché è stato uno tra i casi giudiziari più anomali e crudeli di cui la giustizia italiana si è resa protagonista.
Siete stati risarciti?
Non siamo mai stati risarciti, anche perché la legge all’epoca non lo prevedeva.
Vuoi descrive Aldo?
Era un ragazzo colto, non era stereotipato vedeva le cose da tante angolazioni, molto altruista, allegro e sapeva scherzare senza offendere. Era coraggioso psicologicamente resistente, era dolce con i deboli e forte con i prepotenti anche se poi, se un ragazzo gli dava un calcio, non reagiva tanto era tenero.
Un innocente in galera, ecco chi era Aldo Scardella. Per lui Cagliari ha dedicato una piazza, piazza Aldo Scardella, anche se in pochi forse sanno chi fosse il giovane.