Al via le contestate Olimpiadi di Sochi
Si è svolta ieri la cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali di Sochi. I giochi rischiano di passare alla storia per gli sprechi, le polemiche e le minacce alla sicurezza

le tedofore Elena Isinbaeva e Maria Sharapova in un momento della cerimonia
Si sono aperti, ieri sera a Sochi, i XXII Giochi Olimpici Invernali. E’ la prima volta che la Russia ospita un’Olimpiade invernale e la seconda, dopo Mosca 1980, se si contano pure quelle estive e si considera anche l’Unione Sovietica.
La manifestazione cominciata ieri, ad ogni modo, è già entrata nella storia. Sochi 2014 sono le Olimpiadi più blindate che si ricordino, forse anche più di Salt Lake City 2002, disputate a 5 mesi dagli attacchi dell’11 settembre. Sono oltre 100mila gli uomini di esercito, polizia e servizi segreti che di fatto isolano la sede della competizione dal resto del mondo, a questo si aggiungano le batterie antiaeree e le numerose navi da guerra dislocate nel Mar Nero; tra queste anche alcune unità della US Navy, pronte ad evacuare gli americani in caso di necessità. La vicinanza con il fronte caucasico e le minacce, diventate realtà nei giorni scorsi a Volgograd, dei terroristi ceceni sono alla base di questo immenso spiegamento di forze.
Non solo questo. Le Olimpiadi si stimano che costeranno in totale circa 50 miliardi di dollari, una cifra mai raggiunta neanche dai più grandi giochi estivi. La ragione di tale spesa è da ricercare nell’altissima corruzione che ha fatto lievitare i costi delle strutture (appaltate ad un ristretto numero di oligarchi vicino a Putin) e il fatto che l’intera zona di Sochi è stata trasformata. L’area di Sochi, carente per infrastrutture e rinomata per lo più per il turismo estivo, in ossequio al disegno di Putin di fare dei Giochi un suo personale spot e di far divenire la città russa la “Nizza del Caucaso”, è stata letteralmente rifatta. Gli interventi sono stati numerosi, dal rifacimento della rete aeroportuale a quella autostradale, tra questi si segnala il collegamento ferroviario e stradale che unisce il villaggio olimpico alla sede di alcune gare e costato ben 8 miliardi, quanto tutto il budget per Vancouver 2010.
Le Olimpiadi russe sono anche quelle delle proteste anti-Putin. In un clima da guerra fredda molti leader occidentali, Merkel, Obama, Hollande ma non Letta, hanno disertato la cerimonia d’apertura per protestare contro le indegne leggi omofobe approvate dallo zar Putin. Anche gli atleti hanno fatto sentire la propria voce. Essendo vietato loro di manifestare al momento dell’eventuale premiazione (come fecero Carlos e Smith in occasione di Città del Messico’68), hanno espresso il loro dissenso nei giorni precedenti ai Giochi e sui social network. A questo si aggiunga il caso della delegazione tedesca che ha sfilato con una tuta colorata: ufficialmente è per ricordare le Olimpiadi di Monaco’72 ma è chiaro anche il riferimento alla bandiera arcobaleno usata dalle associazioni LGBT di tutto il mondo.
A partire da oggi fino al 23 febbraio gli atleti di 88 Paesi si sfideranno per conquistare l’oro nella speranza che, almeno in gara, questi Giochi possano essere migliori delle premesse. Certo l’inizio non fa ben sperare: hanno fatto il giro del mondo le immagini delle disastrate infrastrutture non ancora ultimate e delle inospitali camere d’albergo. Si consideri, per citare solo un dato, che l’account twitter non ufficiale @SochiProblems ha superato, per followers e attività, quello ufficiale @Sochi2014. Se il buongiorno si vede dal mattino…