AIDS, rischio pandemia nei prossimi 20 anni
Il virus starebbe sviluppando una resistenza ai farmaci che potrebbe annullare i progressi fatti dagli anni ’80
«Una nuova pandemia con lo spettro dell’Hiv resistente ai farmaci è una possibilità reale e, può avere un enorme impatto nei prossimi 20 anni, se i farmaci, che finora hanno consentito notevoli miglioramenti nell’aspettativa di vita dei pazienti, diventeranno meno efficaci». Queste le preoccupanti parole di Jeremy Farrar, direttore di Wellcome Trust, sul concreto rischio di una drammatica pandemia nei prossimi anni. Farrar ha inoltre precisato come il virus dell’Hiv abbia già mostrato segni di resistenza a tre farmaci utilizzati e si augura che l’uso di questi venga effettuato nel modo più efficiente ed efficace possibile magari, investendo anche sulla ricerca di nuovi composti in alternativa a quelli già esistenti.
In Italia si registrano ogni anno 4mila nuove infezioni da Hiv con una stima di circa 150mila possibili infetti in tutto il Paese; più della metà sono concentrati in tre regioni: Lombardia (27,6%), Lazio (14,5%) ed Emilia-Romagna (10,4%). Accurati studi, svolti da Andrea Antinori, direttore del Dipartimento di Clinica a Ricerca clinica presso l’Ospedale Spallanzani di Roma, hanno mostrato come la causa principale della resistenza del virus sia dovuta al fatto che il 15-20% dei pazienti infetti non assume con regolarità i farmaci antiretrovirali: i giovani ex-tossicodipendenti, chi ha una vita frenetica da non facilitare l’assunzione di molti medicinali e gli anziani portatori di altre patalogie sono, nello specifico, i meno costanti.
Recentemente Farrar insieme a Mark Woolhouse, infettivologo dell’Università di Edimburgo, ha pubblicato sulla rivista “Nature” un interessante articolo in cui ha invitato i governi a creare una potente organizzazione globale con lo scopo di combattere batteri e virus che hanno cominciato a mostrare una così alta resistenza ai farmaci i quali, ogni anno, uccidono 25mila persone solo in Europa. Intanto Alla VI edizione di I.C.A.R. (Italian Conference on AIDS and Retrovirus), indetto da SIMIT (Società Italiana Malattie Infettive e Tropicali) si è appreso che un vaccino contro l’AIDS potrebbe essere pronto entro il 2018, attualmente si stanno svolgendo dei test in Sud Africa che se confermati verranno effettuati anche in Europa e in America per un costo totale di circa 100 milioni di euro.