Addio alla Fini-Giovanardi
La Corte Costituzionale ha bocciato la Fini-Giovanardi, è anticostituzionale perché viola l’articolo 77
La Corte Costituzionale ha bocciato, dopo una mattinata di camera di consiglio, la legge Fini-Giovanardi sugli stupefacenti.
La legge in questione fu approvata nel 2006 all’interno del decreto sulle Olimpiadi di Torino. Si trattò di un maxiemendamento, di 23 articoli, agganciato ad una norma che tornava a consentire, in alternativa al carcere, i benefici e l’ingresso in comunità per gli spacciatori tossicodipendenti recidivi. E’ proprio l’estraneità della materia all’oggetto e alle finalità del decreto che ha causato, oggi, la sentenza della Consulta. È stato, infatti, violato l’articolo 77 della Costituzione che regola l’uso dei decreti legge. La scure della Corte non provoca in ogni caso un vuoto legislativo, tornerà in vigore la cosiddetta Iervolino-Vassalli, legge del 1990 e modificata dal referendum del 1993 che prevede pene più lievi per l’uso di droghe leggere e quindi una differenziazione tra queste e le droghe pesanti.
La Fini-Giovanardi aveva, sin dalla sua entrata in vigore, suscitato molte polemiche. Non solo per il metodo dell’approvazione ma soprattutto per le pesanti pene anche per piccoli reati legati agli stupefacenti e soprattutto per l’equiparazione tra droghe pesanti e leggere. Principio questo che, oltre a non avere basi scientifiche per quanto riguarda la composizione delle sostanze, dal punto di vista penale non ha eguali in Europa. A parte dove è legalizzato, in quasi tutti i Paesi l’uso di droghe leggere è depenalizzato o sanzionato in maniera estremamente blanda e mai con le durissime pene previste dalla legge oggi cassata.
Il primo effetto della sentenza di oggi sarà, oltre a far rivivere la vecchia normativa, di ridurre il numero di incarcerati per reati legati agli stupefacenti e di diminuire i procedimenti in corso.