Acerbi positivo all’antidoping per sostanza antitumorale
Francesco Acerbi è stato trovato positivo all’antidoping, ma la sostanza proibita è usata nelle cure contro il cancro.
Doping in serie A. A quanto pare neanche il calcio, sport dove contano più la tecnica e la tattica della forza fisica, sembra essere immune dal doping oppure il vizio della cocaina ha colpito un’altra star del pallone. Deve essere questo quello che molti hanno pensato quando si è saputo, nel pomeriggio, che un calciatore di serie A è stato trovato positivo all’antidoping. Peccato che il calciatore in questione fosse Francesco Acerbi, del Sassuolo, e la sostanza vietata fosse la gonadotropina corionica, usata come terapia nei cocktail antitumorali.
Il venticinquenne centrale difensivo ex Genoa e Milan aveva sconvolto tutti, quest’estate, quando aveva annunciato che era affetto da un tumore ai testicoli. La terapia, l’operazione e infine il ritorno sui campi della serie A avevano fatto diventare Acerbi uno dei simboli della lotta al cancro. Di fatto Acerbi verrà squalificato per le medicine che gli hanno salvato la vita.
Naturalmente gli atleti possono chiedere di assumere, quando esistono indicazioni terapeutiche, anche le sostanze normalmente vietate. Il problema è proprio questo, dai controlli effettuati non risulta nessuna esenzione in favore del giocatore, di conseguenza Acerbi è stato sospeso in via cautelare e non prenderà parte al prossimi impegni della sua squadra. Nel frattempo verrà convocato dalla Procura antidoping e se risultasse che il livello di gonadotropina è oltre i limiti per l’assunzione di un farmaco, il Tribunale Nazionale Antidoping non potrà fare altro che squalificarlo, in base al codice della Wada (World anti-doping agency, Agenzia anti-doping mondiale), probabilmente due anni. Poco importa se alla base della violazione ci sia stata la dimenticanza, sua o del medico sociale, di chiedere l’autorizzazione per la sostanza in questione.