Pubblicato: Mar, 24 Dic , 2024

A Natale siamo tutti più buoni, e per il resto dell’anno?

Articolo retorico, ma siamo a natale.

A Natale, come ogni anno, la tradizione vuole che ci si senta più vicini, più solidali, più generosi. È il periodo in cui ci ricordiamo dei più deboli, dei poveri, degli emarginati, e lanciamo messaggi di pace e fratellanza. Ma una domanda sorge spontanea: a Natale siamo davvero più buoni, o è solo una facciata che dura il tempo delle feste?

Nel resto dell’anno, le cose sembrano essere ben diverse. Le guerre, vedono giornalmente decine di morti al giorno ormai diventati pura statistica.

A Gaza donne e bambini, se scampano ai bombardamenti, muoiono di fame o per assideramento davanti l’ipocrisia di un occidente che voltandosi dall’altra parte avalla il neo colonialismo di Netanyahu e si schiera secondo le convenienze economiche. Per le stesse convenienze economiche nel terzo mondo bambini muoiono per mancanza di farmaci di pochi centesimi che in occidente gettiamo nella spazzatura o per la mancanza di vaccini, gli stessi che hanno arricchito le case farmaceutiche. Le guerre infuriano in varie parti del mondo, chi scappa dalla propria terra non sa se riuscirà ad arrivare o se morirà lungo il cammino o in mare; la povertà cresce a dismisura, in molte città italiane i senzatetto aumentano ogni giorno e le mense dei poveri sono sempre più affollate anche dagli italiani. La disuguaglianza sociale è sempre più evidente, eppure, se guardiamo ai fatti concreti, sembra che non ci sia una reale volontà di cambiare la situazione. Piuttosto, ci si accontenta di proclami di buone intenzioni, mentre la realtà resta un’altra.

Prendiamo il caso delle pensioni. Il governo, per poter fare notizia, ha annunciato un aumento di 1,27 euro al mese, pari a 4 centesimi al giorno, per le pensioni. Un gesto che in termini pratici ha un valore praticamente nullo, ma che, a livello comunicativo, serve a “dimostrare” che si sta facendo qualcosa per i pensionati. Questo tipo di politiche, che si riflettono in aumenti irrisori o in misure che non cambiano concretamente la vita delle persone, ci mostrano la distanza tra le promesse elettorali e la realtà quotidiana.

Non si può poi non menzionare la tanto sbandierata “tassa piatta” promessa in campagna elettorale, un provvedimento che avrebbe dovuto portare vantaggi per tutti, ma che, di fatto, ha riguardato principalmente gli autonomi. Il governo ha imposto una tassa piatta per loro, ma ha lasciato in ombra il ceto medio, che, da gennaio, subirà una stangata fiscale, con l’introduzione di nuove imposte per i lavoratori dipendenti con un reddito tra i 32.000 e i 40.000 euro. Questo è il “giro di vite” che arriva in un momento in cui l’inflazione e i costi della vita continuano a crescere senza sosta.

Un altro esempio di come le buone intenzioni non si traducono in fatti concreti riguarda i dati sull’occupazione. Il governo si è vantato di un aumento dei posti di lavoro, ma, guardando con attenzione, si scopre che la maggior parte di queste assunzioni riguarda il settore edilizio, legato ai progetti del Superbonus. Eppure, proprio questo governo ha deciso di abolire il Superbonus, minando una delle poche misure che, almeno parzialmente, avevano contribuito a sostenere il settore e a creare occupazione. In questo caso, il vanto dell’aumento dell’occupazione si rivela essere, più che altro, un gioco di numeri, privo di un reale sostegno a lungo termine per i lavoratori.

Insomma, mentre a Natale siamo tutti più buoni, il resto dell’anno ci racconta una storia ben diversa. Le scelte politiche, gli aumenti irrisori, le misure fiscali che penalizzano i ceti medi e i poveri, e l’incapacità di affrontare i problemi reali, fanno capire che la solidarietà e la giustizia sociale sono concetti spesso dimenticati quando le luci natalizie si spengono.

Di

- Pioniere delle radio libere e dell'informazione libera ed indipendente oggi presidente di rete 100 passi, è l'amico di Peppino Impastato che ha fatto proseguire il cammino di Radio Aut con la nuova Radio 100 passi.

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