Pubblicato: Dom, 19 Gen , 2014

45 anni fa moriva Jan Palach

Jan Palach si era dato fuoco tre giorni prima. Il suo fu l’estremo e vano tentativo di opporsi alla repressione sovietica
Jan Palach

Jan Palach

Il 19 gennaio 1969 moriva a Praga, a soli vent’anni, Jan Palach. Si era dato fuoco, il 16 gennaio, nel centro della capitale cecoslovacca per protestare contro l’invasione dell’Unione Sovietica e dei suoi alleati.

Nel gennaio 1968 con la presidenza di Alexander Dubcek era iniziata la cosiddetta “primavera di Praga”, una stagione di riforme che avrebbero dovuto democratizzare e liberalizzare la Cecoslovacchia. Il decentramento amministrativo ed economico unito ad un allentamento delle restrizioni sulla libertà di stampa e movimento erano le fondamenta su cui si sarebbe basata l’azione riformista di Dubcek, fu proprio lui a definire la sua politica, nome diventato poi celeberrimo, come “socialismo dal volto umano”.

Quanto accadeva a Praga non poteva essere tollerato da Mosca, fu così che tra il 20 e il 21 agosto 1968 una forza d’invasione composta da mezzo milione di soldati e 6.000 mezzi corazzati, formata dall’Armata Rossa e dagli eserciti dei Paesi del Patto di Varsavia, occupò la Cecoslovacchia mettendo fine, nel sangue, alle riforme.

Cinque mesi dopo, Jan Palach, studente di filosofia, si diede fuoco nella centralissima piazza San Venceslao davanti il Museo Nazionale al culmine della lotta contro gli invasori, i quali avevano già rimosso Dubcek sostituendolo con il più fedele Gustav Husak. Il giovane, che affermò di essersi ispirato ai monaci buddhisti vietnamiti, lasciò anche una lettera in cui annunciava nuovi suicidi, “una nuova torcia s’infiammerà” per citare le sue parole, se le richieste dei riformisti non fossero state accolte. La repressione continuò e altri 7 studenti si uccisero dandosi fuoco ma la polizia e i giornali, sotto il controllo dei comunisti filosovietici, oscurarono le notizie lasciando nell’immaginario comune Jan Palach come unico martire.

Passeranno altri vent’anni prima del crollo del comunismo. Solo da quel giorno la figura di Palach è stata riscoperta ed è assurta al ruolo di patriota nell’ex-Cecoslovacchia. Non a caso nel 1989 la piazza nel centro di Praga che era intitolata all’Armata Rossa fu ribattezzata piazza Jan Palach.

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