23 maggio giornata della legalità, commemorazioni ufficiali? NOI NON CI SAREMO.
Il 23 maggio è un giorno di memoria nel quale chiediamo, ancora una volta, verità e giustizia per Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Antonio Montinari, Vito Schifani e per tutte le vittime di mafia.
Quando abbiamo fatto nascere Rete 100 passi nello statuto costitutivo abbiamo scritto che avremmo commemorato le vittime di mafia il giorno della loro nascita e non in quello della loro morte, infatti, radio 100 passi inizia le sue trasmissioni il 5 gennaio giorno di nascita di Peppino Impastato. Guardavamo lontano e il tempo ci ha dato ragione visto che qualche “autorità” che ci saremmo trovati accanto è stata successivamente condannata per fiancheggiamento alla mafia, alla camorra, alla ‘ndrangheta. A queste motivazioni oggi potrebbero aggiungersene altre in contrasto con i nostri ideali di legalità e diritti inviolabili.
Per questo alle manifestazioni ufficiali noi non ci saremo.
Inoltre, senza alcuna ricerca di polemica con chi è promotore degli eventi ed ai quali restiamo vicini, ci piacerebbe che le commemorazioni per la strage Falcone tornassero alla sobrietà dei primi anni e che le migliaia di euro spesi per un solo giorno di commemorazioni fossero devoluti alle tante associazione che con grande difficoltà ogni giorno lottano per la sopravvivenza. Concordiamo quindi con il comunicato pervenuto in redazione promosso da ANPI Palermo ed ARCI Palermo e già firmato di molti singoli cittadini.
COMUNICATO
Il 23 maggio è un giorno di memoria nel quale chiediamo, ancora una volta, verità e giustizia per Giovanni Falcone, Francesca Morvillo, Rocco Di Cillo, Antonio Montinari, Vito Schifani e per tutte le vittime di mafia.
Il 23 maggio lo viviamo come un ulteriore giorno di Resistenza democratica nel rispetto della Costituzione nata da quella lotta popolare antifascista che qualcuno vorrebbe farci dimenticare; con la consapevolezza che esiste un nesso inscindibile tra lotta alla mafia, la difesa della democrazia da vecchie e nuova spinte autoritarie e la battaglia per affermare “ i diritti inviolabili dell’uomo” e i “ doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”, contro qualsiasi forma di discriminazione “di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali” (art. 2 e 3 della Costituzione) .
Il 23 maggio non deve essere un giorno di passerelle rituali né di propaganda politica, ma di mobilitazione democratica dal basso per contrastare i gravi rischi di collusione tra criminalità organizzata, economia legale e istituzioni, e per rivendicare verità e giustizia per tutte le vittime delle mafie e delle trame oscure che hanno cercato di condizionare la vita democratica del nostro paese dal dopo guerra ad oggi.
Il 23 maggio 2019 saremo presenti sul luogo dell’attentato “Casina No Mafia”, a Capaci, a partire dalle 10,30, e nel pomeriggio andremo all’albero Falcone per ribadire che su lotta alla mafia, al razzismo e al neofascismo non è consentito alcun passo indietro.