Warm Bodies, corpo putrefatto ma animo innamorato
La recensione di Mario Tralongo
di Mario Tralongo
Avete presente Marcus il bambino di “About a boy” ?
Beh è cresciuto, poi è morto e adesso è uno Zombie.
Si, davvero, uno zombie frutto di una ennesima contaminazione da virus mutante o da guerra post atomica o da epidemia proveniente dallo spazio. Fate voi. Il risultato è che gran parte dell’ umanità e ridotta allo stato di Zombie ed il nostro povero R (ricorda di se solo l’ inizio del nome) passa noiose giornate a girovagare qui e la urtando e grugnendo verso altri Zombie come lui. Ogni tanto spinti dalla fame si riuniscono in gruppo e lentamente si avviano verso la più vicina città in cerca di umani da divorare.
La nuova frontiera del filone horror giovanile non è più la saga di Twilight. Non più vampirelli o lupi mannari ma Zombie. Jonathan Levine già regista di “50/50” affronta il tema apocalittico in chiave sentimentale. R ritrovatosi allo stato di Zombie ciondola tutto il giorno in attesa di niente ed in caccia di umani da mangiare ma con una acuta variazione sul tema. Tutti gli Zombie ed in particolare il nostro R, adorano mangiare il cervello degli umani perché così facendo assorbono i loro ricordi, sogni, aspirazioni con ciò sentendosi un po’ meno morti. In uno di questi raid R incontra Julie ed è subito colpo di fulmine. Non solo non la mangia ma la porta nella sua dimora (un aereo fermo sulla pista di decollo) e la difende dagli appetiti degli altri Zombie anche da quello del suo miglior amicozombie. In breve quel tuffo al cuore avuto alla vista della sua amata diventa un battito regolare e con l’ amore fa capolino nuovamente la vita.
Tratto dal libro bestseller di Isaac Marion e prodotto dagli stessi di Twilight il film è ben interpretato da Nicholas Hoult che anche da adulto ha mantenuto una buona somiglianza con il bambino amico di Hugh Grant, e da John Malkovich nel ruolo del padre di Julie nonché comandante delle forze umane antizombie.
Un motivo per parlarne e uno per vederlo ?
Con i vostri figli farete un figurone. Anche senza essere Zombie potrete illudervi di conoscerne sogni e aspirazioni.
Il soggetto è originale, per la prima volta tramite un io narrante fuori campo, sappiamo cosa pensa uno Zombie e di cosa si lagna (“Dio come andiamo lenti”).Il film è girato con certo spirito tagliato con l’ accetta (Julie cerca di camuffare R da umano e lo trucca al suono di Pretty Woman) ma sempre con garbo senza mai scadere nello splatter. Negli USA dalla sua uscita il 24 febbraio ha incassato oltre 60 mil. di dollari.