Uruguay: campagna ”Armas para la vida”
Il Presidente uruguaiano Mujica si schiera contro la detenzione illegale di armi nel suo Paese.
Il 24 settembre, durante la sessione dell’ONU, il Presidente dell’Uruguay Josè Alberto “Pepe” Mujica Cordano ha lanciato la campagna “Armas para la vida”, un progetto nato all’inizio del 2013 volto a combattere la detenzione illegale di armi e quindi favorire il disarmo della società uruguaiana.
Mujica, il cui discorso fa molteplici riferimenti alla rilevanza del Sud del mondo e ad una società globale senza frontiere in termini di impegno umanitario, presenta così il suo peculiare progetto, che coniuga il sociale alla lotta al disarmo: dall’avvio di “Armas para la vida” e per i prossimi sei mesi, chiunque consegnerà la propria arma riceverà in cambio oggetti di uso comune come biciclette o computer, al fine di imprimere alla propria vita un livello qualitativo migliore. Una volta trascorso questo semestre di baratto, subentrerà la legge riguardante una pena detentiva da uno a 12 anni per il possesso illegale di armi.
Questa trovata, la cui notizia sta facendo il giro del mondo, rientra in un programma politico presidenziale abbastanza atipico rispetto ai classici regimi sudamericani: la campagna sul disarmo, infatti, rappresenta il passaggio successivo rispetto ad altri progetti di stampo sociale ed umanitario, come la devoluzione del 90% dello stipendio presidenziale ai bisognosi e alle ONG, la lotta per l’affermazione e la tutela delle coppie omosessuali ed il programma – ancora in rodaggio – riguardante la liberalizzazione e il consumo consapevole delle droghe leggere.
Tutto ciò avviene secondo una linea ben precisa, non esente da critiche per alcuni aspetti talvolta eccessivamente filo-americani, che il Presidente ha tenuto a sottolineare con calore in occasione della sessione ONU: “È possibile un mondo più umano, ma forse adesso l’obiettivo principale è quello di salvare delle vite”.