Tutto in alto mare al canile municipale di Palermo
Dopo la gestione disastrosa della Vifracos, si deve trovare chi dovrà curarsi di centinaia di cani
di Gilda Sciortino
Ancora tutta aperta la vicenda del canile municipale di via Tiro a Segno a Palermo, balzato agli onori della cronaca, non solo per la situazione di abbandono nella quale vivono da anni i cani ospiti della struttura, ma in tempi più recenti anche perché gli operatori della Vifracos di Corleone, vincitrice del bando per la gestione e la cura dei pelosi, aveva preso, diciamo pure, alla leggera il suo compito, non occupandosi, per come meritavano, degli animali. Tant’è vero che uno era morto in un orario, durante il quale gli operatori avrebbero dovuto esserci e accorgersene.
Sollevata la questione da parte dei tanti animalisti, che si sono sempre recati al canile per svolgere il loro consueto servizio di volontariato, si scopriva che il contratto tra la ditta e il Comune non esisteva, forse anche perché il suo statuto non prevedeva l’accudimento di animali.
Una volta deciso che la Vifracos doveva andare via, si poneva il problema di un nuovo bando, per consentire di partecipare a chi possedeva i requisiti necessari a svolgere il servizio richiesto. Inevitabile pensare che in molti avrebbero potuto vincere, visto l’impegno e la dedizione delle tante associazioni animaliste della città. “Dopo avere chiesto alla ditta di lasciare il canile – spiega Fabrizio Ferrara, il consigliere comunale di “Ora Palermo” che ha preso a cuore il problema – abbiamo fatto un nuovo bando e la commissione ha ritenuto la Vifracos l’offerta più conveniente, anche perché, nel frattempo, aveva modificato il camerale e inserito la voce relativa alla cura degli amici a quattro zampe Incredibilmente, le organizzazioni che avrebbero meritato di vincere non sono passate perché una ha presentato la domanda con mezz’ora di ritardo, mentre un’altra per avere avuto problemi a scriverla. Dopodiché, anche su mio invito, una quindicina di giorni fa, il Presidente del consiglio comunale ha convocato una conferenza di servizio, alla quale ha partecipato anche l’assessore, e in quella sede si è stabilito che la ditta non avrebbe più dovuto continuare a esistere all’interno del canile. Paradossalmente, adesso avrebbe avuto le carte in regola per gestire la struttura ma, avendo prima dichiarato il falso, si è in un certo senso autoesclusa”.
E si spera che lo rimanga per sempre fuori, augurando a quelle associazioni, che hanno avuto problemi nella compilazione della domanda e nei tempi per presentarla, di essere aiutate a fare bene e presto. Anche perché i cani non possono più aspettare, avendo bisogno di chi si prende cura di loro, velocemente e con tutta la professionalità che la situazione richiede.