Tra delitti e follie precipita il sistema Italia
Conseguenza di un morbo che consuma l’Occidente intero
La Mantovani Spa, dell’intraprendente signor Baita, s’accaparrava appalti sia per l’Expò, sia a Venezia, per il Mose, sistema di dighe ultratecnologico finito nel fango. Anche la Minutillo, segretaria dell’ex ministro Galan, si spostava freneticamente tra il Veneto e San Marino, tappa intermedia verso i paradisi fiscali dove sarebbero dovuti approdare i soldi frutto degli appalti truccati. Pure Alberto Rigotti, benché fallito con la Torno costruzioni, prendeva commesse sia per l’Expò sia in Veneto.
Loro sono solo alcuni di questi benemeriti del lavoro indefesso e se i magistrati impiccioni non ci avessero messo il becco, magari sarebbero potuti divenire cavalieri con nomina presidenziale. In verità potete capire quale popò di attività ininterrotta contraddistingueva lor signori. Sono loro che rispondono, a chi si stupisce dei patrimoni sconfinati e le spese offensive, “io lavoro”. Giù il cappello, invidiosi sociali, che diamine!
Ogni e qualsiasi grande opera, ma anche media e piccola gronda corruzione, si chiami mondiali di calcio, G8, Expò, Mose, Protezione civile e ricostruzione dai disastri, strada provinciale, caserma dei carabinieri o casa dello studente, l’illegalità è il canone degli appalti, che poi magari tirano su costruzioni già cadenti. Naturalmente è per questo che dall’estero si guardano bene dall’investire in Italia, ma ministri e confindustriali se la prendono con i lavoratori che non sarebbe facile, almeno come pulirsi il naso la mattina, licenziare. Insomma, dopo che l’avete svenato, il lavoratore, lui che le tasse le paga fino all’ultimo centesimo con gli interessi delle vostre evasioni, per mantenervi il circolo del crimine e la sauna massaggi, allora lo buttate come un limone spremuto.
Vorrei rivolgermi a voi movimentisti a 5 stelle. La vecchia politica è morta, il vecchio sistema agonizza, occorre accompagnarli all’ultimo atto, avete ragione, ma necessita farlo con la preparazione etica e culturale che si richiede nei passaggi nodali della storia, non con prestazioni clownesche e neanche con brevità e circoncisione.
A tal fine è giunto il tempo di emanciparvi da un santone che preannuncia il nuovo ordine mondiale, detto Gaia, per cui la rete dominerà il pianeta e l’uomo sarà dio con l’anima sostituita da un avatar, ma non prima di una terza guerra mondiale che durerà vent’anni, seppellirà miliardi di uomini mentre il mare si alzerà di dodici metri, intanto mantiene casa accanto a banchieri e avvocati di grido; e da un brancaleone, qualcuno mormora evasore fiscale, il cui unico passato pensiero era l’inesistenza dell’Aids, invenzione delle industrie farmaceutiche e fracassava al termine delle esibizioni computers, poiché strumenti del diabolico modernismo e poi, fulminato dalla parola del vate come l’uomo di Tarso sulla strada per Damasco, ha preso a urlare alle folle. Insomma, vecchie navi scuola trasformiste, con l’unica abilità di essersi attaccate come cozze alla vostra richiesta di cambiamento, ma per non essere travolti dalla rovina del vieto squallore del passato, cui a pieno titolo appartengono.
Fulvio Turtulici