Sequestrati beni per 38 milioni a Messina Denaro
Secondo duro colpo al cuore economico del latitante dopo la confisca dell’impero di Grigoli
E’ il secondo colpo al boss Messina Denaro in meno di un mese, quello messo a segno stamattina alle prime luci dell’alba dai Carabinieri del Ros e del Comando provinciale di Trapani. Le forze dell’ordine, su richiesta della Dda di Palermo, hanno eseguito l’ordine di sequestro emesso dal Tribunale di Trapani, confiscando beni per un valore di 38 milioni di euro distribuiti tra Trapani, Milano e Varese. Il sequestro ha portato ad apporre i sigilli ad aziende olearie, attività commerciali, abitazioni, terreni e ad alcuni rapporti bancari riconducibili al superlatitante Mattea Messina Denaro. I sequestri avvenuti stamattina, seguono quelli del 24 settembre quando la Dia di Palermo, coordinata dal colonnello Giuseppe D’Agata , ha confiscato beni mobiliari ed immobiliari, sparsi tra Agrigento e Mazara del Vallo, per un valore di oltre 700 milioni a Giuseppe Grigoli, imprenditore di Castelvetrano e uomo di assoluta fiducia del boss latitante. Il maxi-sequestro ha posto i sigilli a 12 società, 133 appezzamenti di terreno (60 ettari) e 220 fra palazzine e ville riconducibili a Grigoli, che si trova in carcere dal 2007 per associazione mafiosa, e prestanome di Matteo Messina Denaro. Il sequestro di stamattina, si inserisce perfettamente all’interno della strategia di aggressione ai patrimoni di Cosa Nostra per interrompere i flussi economici e finanziari riconducibili al numero uno dell’organizzazione mafiosa; una strategia efficace, portata avanti dalla Direzione Investigativa Antimafia che grazie anche alla confisca compie un ulteriore passo avanti verso la cattura del latitante Messina Denaro.