Scoppia la polemica dell’antimafia
Ingroia si paragona a Falcone e scoppia la polemica dell’antimafia.La sorella del magistrato: non usi Giovanni per ottenere voti. Le loro sono storie molto diverse
di Gianluca Caltanissetta“Una strumentalizzazione per ottenere voti”. Maria Falcone non manda giù il parallelismo tra Antonio Ingroia, ex pubblico ministero della Procura di Palermo e candidato alle politiche con Rivoluzione Civile, e il fratello Giovanni, l’artefice dello storico maxiprocesso alla mafia ucciso il 22 maggio del 1993 a Capaci, lungo l’autostrada che collega Palermo all’aeroporto. Un paragone azzardato secondo la sorella del magistrato, che è nato qualche giorno fa in seguito alle critiche sollevate a Ingroia da alcuni colleghi nel corso dell’inaugurazione dell’anno giudiziario. In quell’occasione il leader di Rivoluzione Civile aveva parlato di “un copione che si ripete. Fu così anche per Giovanni Falcone”. E le polemiche non si sono fatte attendere. Dalle colonne di Repubblica, Maria Falcone traccia una linea tra i due personaggi della storia passata e recente dell’antimafia palermitana. “Pur rispettando la storia professionale di Ingroia, la storia di mio fratello è stata del tutto diversa. E non permetto a nessuno di parlare di Giovanni per autopromuoversi a livello politico”. Ieri si era scatenato un duello a distanza tra Ingroia e un altro magistrato, questa volta della Procura di Milano, quella Ilda Boccassini che accusa Berlusconi al “Processo Ruby” e che è stata amica e collega per anni di Giovanni Falcone. ” Tra loro esiste una distanza misurabile in milioni di anni luce. Si vergogni”. Immediata è giunta la replica di Ingroia. “L’unica a doversi vergognare è lei che, ancora in magistratura, prende parte in modo così indecente e astioso alla competizione politica manipolando le mie dichiarazioni. Quanto ai suoi personali giudizi su di me, non mi interessano e alle sue piccinerie siamo abituati da anni. Mi basta sapere cosa pensava di me Paolo Borsellino e cosa pensava di lei. Ogni parola in più sarebbe di troppo”. Che si tratti di un equivoco o di strategie inopportune da campagna elettorale un elemento è certo: la polemica non sembra destinata a spegnersi a breve. Pochi minuti fa è intervenuto ad Agorà, su Raitre, anche l’ex procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, anche lui sceso nell’agone politico come Ingroia e candidato capolista del Pd al Senato nel Lazio. Grasso è lapidario: “Giovanni Falcone ha fatto cose talmente eclatanti che oggi, paragonarsi a lui, mi sembra un fuor d’opera. C’è da riconsiderare ciò che ha subito Giovanni Falcone nella sua vita: ha subito un attentato all’Addaura ed è stato accusato di esserselo procurato da solo; è stato accusato di aver insabbiato le carte dei processi nel rapporto con la politica; è stato accusato di fare il professionista dell’antimafia; è stato accusato di andare nei palazzi della politica, dove effettivamente è riuscito a fare una legislazione che tutti ci invidiano”.