Sbagliato cancellare i gemellaggi con Jaroslavl’ e Samara
Le associazioni Lgbti chiedono che il Comune di Palermo faccia marcia indietro sulle intese con le due città russe, ma il sindaco dice “No, servono al dialogo”
di Matilde Geraci
Non è tardata ad arrivare la risposta del sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, in merito alla richiesta, avanzata dal alcune associazioni Lgbt, di annullare i gemellaggi sanciti tra il capoluogo siciliano e le due città russe di Jaroslavl’ e Samara, in segno di protesta contro la legge anti-gay approvata a luglio dal Governo Putin. Una normativa che viola il trattato CEDU, censurata persino dall’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani.
«Condividiamo pienamente la presa di posizione delle associazioni Lgbt sul tema dei diritti umani e sulla preoccupazione per le recenti leggi approvate dalla Duma Russa – ha dichiarato Orlando -. Crediamo, infatti, che Palermo e questa amministrazione non debbano spiegare a nessuno quanto grande sia il nostro impegno, non solo formale, per la difesa dei diritti di tutti e di tutte e contro ogni forma di fobia basata sull’orientamento sessuale. Siamo a tal punto vicini alle preoccupazioni del mondo Lgbt, da non condividere l’idea che, per questo, si debbano sciogliere i gemellaggi di Palermo con le due città russe, che esprimono non l’identità di vedute, ma la necessità e possibilità di dialogo e contaminazione culturale”.
Per l’amministrazione comunale del capoluogo siciliano, dunque, se c’è qualcosa che può servire a mettere “puntelli” nella coscienza e nelle opinioni, anzi, sono proprio le attività culturali e gli scambi, attività tipiche dei gemellaggi.
“Romperli – aggiunge Orlando – sarebbe una sorta di “condanna collettiva” rivolta al popolo russo nel suo insieme. Crediamo che la difficoltà del dialogo, ovviamente senza possibilità di mediazione su temi così rilevanti, sia la sfida che dobbiamo saper accettare. La storia ci insegna che proprio in materia di diritti umani l’isolamento acuisce forme di isteria e fobia collettiva, facilitando il diffondersi di idee e comportamenti razzisti e omofobi. Non è quello che vogliamo. Siamo, quindi, certi che non è questo ciò che desiderano i nostri amici dell’associazionismo Lgbt».