Salvini precetta i manifestanti.
La destra, per giustificare la precettazione dello sciopero misitifica gli insegnamenti di Di Vittorio “Lo sciopero è un diritto, spesso anche un dovere”.
Il governo, attraverso il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, ha emesso un ordine di precettazione nei confronti dei lavoratori e dei manifestanti che avevano indetto uno sciopero in tutta Italia. La decisione ha generato una forte reazione, non solo tra i sindacati, ma anche nel dibattito pubblico, con richiami ai principi storici del diritto di sciopero, incarnati dalla figura di Giuseppe Di Vittorio, storico leader sindacale e difensore dei diritti dei lavoratori.
Salvini, nel giustificare la precettazione, ha richiamato in modo controverso gli insegnamenti di Di Vittorio, sostenendo che lo sciopero non debba essere utilizzato in modo irresponsabile, cercando di legittimare l’azione del governo. Questo uso distorto delle parole di Di Vittorio ha sollevato critiche, soprattutto da parte del mondo sindacale e della sinistra, che hanno accusato il ministro di mistificare il significato del diritto di sciopero e di manipolare la memoria storica del grande sindacalista.
Giuseppe Di Vittorio, uno dei padri del movimento operaio italiano e primo segretario generale della CGIL, ha sempre difeso con fermezza il diritto di sciopero come strumento di lotta e libertà per i lavoratori. Celebre la sua frase: “Lo sciopero è un diritto, spesso anche un dovere”, espressione che sottolinea come, in alcuni momenti storici e sociali, l’astensione dal lavoro rappresenti non solo una legittima rivendicazione, ma una necessità morale per tutelare la dignità e i diritti dei lavoratori.
I sindacati CGIL e UIL hanno denunciato il provvedimento di precettazione come un grave attacco alle libertà sindacali e costituzionali, accusando il governo di voler reprimere il dissenso e ostacolare i diritti di chi si batte per condizioni di lavoro migliori. La segretaria generale della CGIL, ha dichiarato: “Utilizzare le parole di Di Vittorio per giustificare una precettazione è inaccettabile. La storia di Di Vittorio è quella di chi ha lottato per garantire il diritto di scioperare, non per impedirlo.”
Anche il mondo politico si è diviso sulla questione. Mentre la destra ha sostenuto l’azione del governo come misura necessaria per garantire l’ordine pubblico e il funzionamento dei servizi essenziali, l’opposizione ha criticato Salvini per aver ridotto lo sciopero a un fenomeno da gestire con mezzi repressivi, ignorando le ragioni profonde che spingono i lavoratori a manifestare.
Il dibattito ha riacceso una riflessione sull’importanza del diritto di sciopero in un contesto democratico, e sulla necessità di non snaturare la memoria storica di figure come Di Vittorio, il cui impegno per la giustizia sociale e i diritti dei lavoratori è ancora oggi un punto di riferimento.
La lotta per il diritto di sciopero resta, dunque, un tema cruciale nell’Italia di oggi, con la consapevolezza che esso rappresenta non solo un mezzo di protesta, ma anche un baluardo della democrazia.