Rom a Palermo, uscire dalla logica dell’emergenza.
Un protocollo d’intesa con il Ministero delle Politiche sociali consentirà al Comune di essere più incisivo anche sul tema della dispersione scolastica
Fa parte di una più ampia politica comunale di inserimento della comunità Rom nel tessuto sociale ed economico palermitano il protocollo d’intesa siglato tra il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e il Comune di Palermo per l’elaborazione di una strategia di integrazione dei bambini nomadi, sinti e camminanti, anche al fine di un più incisivo intervento nell’ambito della lotta alla dispersione scolastica.
“E’ stato avviato un monitoraggio sullo status giuridico dei Rom presenti nel territorio cittadino – spiega l’assessore con delega alla Migrazione, ai Servizi Demografici e alla Partecipazione, Giusto Catania – la cui importanza è grande se si considera che alcuni membri della comunità non erano in grado di avere documenti di riconoscimento dal momento che le loro città d’origine non esistevano più. A questo si è unito un bilancio delle competenze dei membri della comunità romanì, presenti all’interno del campo del Parco della Favorita per dare a questi maggiori possibilità di trovare un’occupazione”.
La fuoriuscita dal campo nomadi è uno dei principali obiettivi del Comune di Palermo. “La logica del campo non è più attuabile come lecita politica di accoglienza – prosegue Catania – soprattutto in ragione del fatto che la comunità Rom palermitana non è nomade, ma stanziale da ormai più di venti anni. La politica del campo era giustificata trenta anni fa, quando il fenomeno migratorio era relativamente nuovo e le comunità erano nomadi, mentre oggi è senza ombra di dubbio sorpassata”.
Ferma volontà dell’amministrazione comunale è trovare una degna sistemazione a questa comunità che a Palermo non è molto vasta, dal momento che la presenza romanì in città è stimata in circa 140 persone, di cui 88 residenti all’interno del campo della Favorita. Importante sottolineare come il processo di fuoriuscita dal campo avverrà soprattutto attraverso un percorso di autorecupero del patrimonio immobiliare comunale non sfruttato. L’assessore Catania vuole, infatti, rimarcare che la questione Rom “se non per alcune peculiarità di natura giuridica non è slegata dall’emergenza abitativa e sociale palermitana, anzi verrà trattata all’interno di questa, senza alcuna caratterizzazione etnica”.
La questione è sicuramente di pertinenza locale, ma ciò non preclude ad altre istituzioni di attivarsi per il raggiungimento di una soluzione. Degno di nota è l’intervento del Ministero delle Politiche Sociali che, con il protocollo d’intesa in questione, non solo da un contributo economico – circa 50.000 euro – ma mette in campo le sue competenze in tema di lotta alla dispersione scolastica.
Non a caso il tema “Istruzione”, insieme a “Lavoro”, “Salute” e “Abitazione”, è uno dei quattro assi principali su cui è incentrata la “Strategia nazionale di inclusione dei Rom, Sinti e camminati 2012-2020”, e la firma dell’intesa, insieme alle politiche locali sul tema, é da ricondurre ad una più grande politica nazionale d’integrazione della comunità romanì.