Raffaele Lombardo candidato al Senato
L’ex presidente della Regione Sicilia sarà capolista per l’MPA: «Sono costretto». Torna in prima linea «invece di fare il tifoso».
di Claudio Licata
L’ex presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo sarà capolista al Senato per il Movimento per le Autonomie – Partito dei siciliani. A giugno dello scorso anno, subito dopo essersi dimesso da presidente della Sicilia, aveva detto «Non mi candiderò più a nulla, ho espresso questa volontà ferma. Che farò? Sono appassionato di agricoltura, mi inventerò un lavoro, sono ancora capace di intendere e volere» ieri, invece ha detto «Sono costretto». Come Mario Monti, Berlusconi o l’attuale sindaco di Palermo Leoluca Orlando che dichiarava «Non mi candido, l’ho detto in lingua aramaica ma anche in lingua fenicia, scelga lei quale preferisce tra i due alfabeti più antichi del mondo». Una classe politica che non vuole candidarsi per passione. Per fare il bene comune a seguito di un libera e ponderata scelta. Si candidano perché costretti. Da chi? Fino all’inizio della scorsa settimana Lombardo non aveva accettato gli inviti a candidarsi, «Ma mi ha chiamato di nuovo Berlusconi e mi ha ripetuto che lui è tornato in campo e che dovrei farlo anche io. Che insieme possiamo tornare a vincere, che bisogna ripartire. Effettivamente ha un senso tornare in prima linea invece di fare il tifoso». Non senza compromessi. Lombardo infatti, insieme a Micchiché ha strappato a Berlusconi due posti di rilievo nella lista del Pdl al Senato: un autonomista sarà settimo e un uomo di Grande Sud ottavo.
Ma ricordiamo che subito dopo aver formalizzato le sue dimissioni nell’estate 2012, Lombardo si era lanciato in quella che poteva sembrare una propaganda politica secessionista: “Se continuano a dirci che siamo brutti, sporchi e cattivi, che abbiamo i conti in disordine, che spendiamo male, che siamo un peso, che ci stiamo a fare insieme in Italia? Tanto vale che ci si separi consensualmente”. Proponendo come modello Malta: “Penso all’isola di Malta ad esempio che riesce anche ad offrire importanti opportunità economiche, una tassazione agevolata”.
Lombardo, come i precedenti Deputati e Senatori, potrebbe giurare sulla Costituzione Italiana, cui articolo 5, nella sezione articoli fondamentali, recita: «La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell’autonomia e del decentramento»