Palermo: sit-in sotto la sede dell’Agenzia dei Beni Confiscati a sostegno della Coop NoE.
Proseguono le proteste e le azioni di lotta a seguito dello sfratto che il comune di Partinico ha notificato alla Coop NoE.
Oggi a Palermo si è svolto un partecipato sit-in sotto la sede dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione dei Beni Confiscati alla Mafia. La manifestazione è stata organizzata per sostenere la cooperativa “No Emarginazione” (NoE), che da oltre 18 anni gestisce un bene confiscato alla mafia a Partinico, ma che ora si trova al centro di una controversia con il Comune, che intende revocare il comodato d’uso. L’incontro tra i rappresentanti della cooperativa e l’Agenzia è stato richiesto da NoE per sollecitare un intervento istituzionale nella delicata vicenda.
Come già raccontatovi precedentemente in altri articoli il Comune di Partinico ha recentemente comunicato l’intenzione di revocare il comodato d’uso alla cooperativa NoE, che gestisce un terreno di 5 ettari confiscato alla mafia nel 1988. La cooperativa, attiva da quasi due decenni, ha trasformato quell’area abbandonata in uno spazio di rinascita, avviando attività agricole e promuovendo iniziative culturali e di solidarietà. Tuttavia, l’amministrazione comunale di centrodestra ha motivato la decisione con presunte “gravi violazioni” legate all’organizzazione di eventi musicali che sarebbero stati svolti sul terreno in questione.
Secondo la cooperativa, tali eventi erano in realtà parte integrante di un progetto di valorizzazione del bene e di inclusione sociale, e le ragioni avanzate dal Comune rappresenterebbero un pretesto per mascherare un’operazione politica con finalità diverse. NoE ha quindi deciso di appellarsi all’Agenzia Nazionale per chiedere una mediazione e impedire che il lavoro portato avanti negli anni venga distrutto.
L’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati è l’istituzione incaricata della gestione e della destinazione di beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Il suo intervento è visto come cruciale in situazioni di controversie come quella in corso tra la cooperativa e il Comune di Partinico. La speranza dei manifestanti è che l’Agenzia possa intercedere per trovare una soluzione che permetta alla cooperativa di continuare le sue attività, considerate un simbolo di riscatto sociale e di lotta alla mafia.
Al sit-in, organizzato per sostenere NoE durante l’incontro con i rappresentanti dell’Agenzia, hanno
partecipato attivisti, associazioni antimafia, cittadini e membri della cooperativa stessa. I partecipanti hanno esposto striscioni e cartelli con slogan come “I beni confiscati sono di tutti” e “No alla revoca del comodato, sì alla legalità”. Il clima della manifestazione è stato pacifico ma determinato, con interventi che hanno sottolineato l’importanza di proteggere i beni confiscati e il loro valore per la comunità.
Molti dei manifestanti hanno ricordato il significato simbolico di questi beni, che rappresentano non solo la vittoria dello Stato sulla mafia, ma anche la possibilità di trasformare spazi di illegalità in luoghi di solidarietà, sviluppo economico e inclusione sociale.
Nel corso degli anni, la cooperativa NoE ha sviluppato un ampio ventaglio di iniziative legate all’agricoltura sociale, coinvolgendo persone svantaggiate e promuovendo un’economia sostenibile e solidale. Accanto all’attività agricola, la cooperativa ha organizzato numerosi eventi culturali, laboratori educativi e momenti di riflessione sull’importanza della legalità e dell’antimafia. Le attività svolte sul terreno confiscato hanno avuto un impatto positivo non solo a livello locale, ma sono state riconosciute anche a livello nazionale come un esempio di buona gestione dei beni confiscati.
Il futuro della cooperativa NoE è ora in bilico, ma la manifestazione di oggi ha dimostrato che c’è un ampio sostegno della società civile a favore del suo operato. Molti sperano che l’Agenzia Nazionale dei Beni Confiscati possa intervenire con fermezza, per assicurare che il terreno continui a essere utilizzato per fini sociali e culturali, come previsto dalla legge sui beni confiscati alla mafia.
Il confronto tra l’Agenzia e la cooperativa potrebbe rappresentare un momento decisivo per risolvere la questione, proteggendo un bene simbolico che, da simbolo di criminalità organizzata, è diventato un modello di resistenza civile e rinascita comunitaria.
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