Pubblicato: gio, 20 Mar , 2014

Monreale non è un paese per cani: ennesimo dramma senza colpevoli

 Abbandonato sulla strada con un sacco nero in testa, mentre le Istituzioni tacciono sull’emergenza randagismo
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Il cane trovato nei pressi di Monreale

Un sacco alla testa e una corda legata al collo e alle zampe anteriori di un corpo ormai chissà da quanto tempo senza vita e lasciato sul ciglio della strada principale di Giacalone, frazione di Monreale (prov. di Palermo). È questo, il macabro spettacolo con il quale si è svegliato questa mattina il paese alle porte del capoluogo siciliano.

Il cadavere del povero cane ha immediatamente attirato l’attenzione di un passante che, sconvolto, ha allertato Alessio Di Dino, il volontario OIPA che più volte ha denunciato la grave situazione del randagismo proprio in quel territorio. Nei giorni scorsi Di Dino si era occupato di un altro cane rinvenuto nelle campagne di Monreale, mentre trascinava lungo la strada le sue budella letteralmente fuoriuscite dall’enorme squarcio che aveva sulla pancia. Il volontario animalista era riuscito a salvargli la vita, soccorrendo da solo il randagio e portarlo poi dal veterinario che ha provveduto ad operarlo d’urgenza. Nessuno, infatti, aveva risposto alle numerose chiamate che il giovane aveva fatto ai numeri di soccorso. È un miracolo che John (così è stato ribattezzato da Alessio) sia vivo, considerato che gli sono stati asportati 3,5 metri di intestino. Ora è avviato sulla strada dell’adozione, ma la stessa fortuna non è toccata al cane trovato stamattina, adagiato su una sorta di lenzuolo probabilmente usato per sbarazzarsi del cadavere. Uno smaltimento, questo, del tutto illegale.

Non si sa ancora nulla delle cause della morte, il cui accertamento spetterà all’Istituto Zooprofilattico di Palermo. Bisogna capire, infatti, se il cane sia effettivamente morto per soffocamento come sembrerebbe e quindi gettato in strada, oppure se a provocarne la morte sia stato qualcos’altro. Intanto, se da un lato i volontari si sono messi subito in contatto con la Polizia Municipale di Monreale che dovrebbe ora prendere in carico la questione, dall’altro il Comune, che deve occuparsi dello smaltimento, tace. Il corpo, infatti, è ancora lì, tra sacchi di immondizia e altri rifiuti, dopo esser stato esposto per ore sotto il sole e lo sguardo anche di chi ha compiuto un gesto talmente ignobile. Tra l’altro «ci sono altre sei carcasse in giro per le strade del paese», afferma Di Dino, esasperato per l’ennesima atrocità commessa nei confronti di un animale.

La stessa crudele fine era toccata qualche giorno fa ad uno dei “cani di quartiere”, di Piazza Tenente Anelli-Villaggio Santa Rosalia, a Palermo, da tempo minacciati da alcuni residenti. Il piccolo, chiamato dai volontari Pimpino, è stato ucciso per strangolamento. «Ancora una volta – dichiarano indignati – vince la prepotenza, la prevaricazione di chi pensa che essere forti significhi prendersela con animali indifesi, buoni con tutti, amici dei bambini, e i cittadini sensibili che portano loro solo una ciotola di cibo».

Ma finché le Istituzioni non si attiveranno su un reale controllo del randagismo (attraverso, prima di tutto, l’avvio delle sterilizzazioni), storie come queste saranno destinate a ripetersi.

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