Mafia, la Cisl con Lari per un impegno concreto
Da Palermo, Maurizio Bernava invita quanti sono impegnati per la legalità a fare di più, per impedire che Cosa nostra rialzi la testa.
di Aurora Della Valle
Un appello per una mobilitazione generale in favore della legalità a industriali, commercianti, mondo del lavoro, associazioni antiracket, istituzioni, società civile. Lo lancia la Cisl, facendo seguito all’allarme da Sergio Lari, sul pericolo che Cosa Nostra rialzi la testa.
Il Procuratore di Caltanissetta qualche giorno fa aveva manifestato una certa preoccupazione, visti i tanti, troppi segnali sulla ritrovata aggressività di cosa nostra, per esempio nei confronti dei commercianti e imprenditori che non si vogliono piegare. “Temo un colpo di coda – ha detto Sergio Lari, nel corso di un incontro, a cui era presente anche il delegato nazionale di Confindustria alla Legalità, Antonello Montante -. Non vorrei arrivare da qui a tre mesi con un altro Libero Grassi, magari con altre dinamiche rispetto a quell’omicidio”.
Affermazioni che non lasciano per nulla tranquilli quanti della legalità e dell’azione di contrasto a cosa nostra ne hanno fatto un principio di vita.
“Siamo molto preoccupati per le parole di Lari, un giudice in prima linea nella lotta alla mafia – afferma all’agenzia di stampa Italpress il segretario regionale del sindacato, Maurizio Bernava, oggi nel capoluogo siciliano -. Proponiamo, quindi, una mobilitazione generale da parte di ogni singolo e categoria. Tutti insieme, perché non cali il silenzio sul rischio prospettato dal procuratore di Caltanissetta. Siamo convinti che la crisi stia ancora di più in questi mesi indebolendo il sistema produttivo ed economico, innescando processi involutivi, con il rischio che pezzi di aziende anche importanti diventino bocconcini appetibili per il malaffare e per i grandi capitali illeciti, aggravando fenomeni già presenti come quelli del racket, dell’usura, del lavoro nero, con ricadute inevitabili sulle famiglie e sui lavoratori”.
E sempre Bernava invita le istituzioni e la politica a fare la loro parte e a non stare più a guardare, attenti anche “a non creare una dialettica mafia-antimafia, ma neanche dialettiche banali tra rappresentanti delle imprese”.
“Non credo che ci sia una antimafia buona o una cattiva. D’altronde – aggiunge il leader cislino – se qualcuno strumentalizza i temi della legalità a proprio vantaggio, se cavalca la legalità come slogan, questo prima o poi gli si ritorce contro come un boomerang. Non sarà mai così, invece, per chi ci mette la faccia quotidianamente e per chi denuncia”.
Per “bonificare” l’economia siciliana da ogni forma di illegalità, senza pensare che di questo possano solo occuparsi forze dell’ordine e magistratura, ci vuole senza dubbio un impegno nuovo della società civile. L’appello che giunge dal sindacato è, dunque, rivolto indistintamente a lavoratori e imprese, associazioni antiracket, cittadini, associazioni giovanili.
“C’é bisogno di mettere in campo meccanismi di vigilanza selettivi – conclude Maurizio Bernava – a partire dalla piccole cose quotidiane, fino ai fenomeni più pericolosi di criminalità organizzata e contro i centri di potere occulto che in questa regione esistono realmente. Gli stessi che, in alcuni casi, hanno deciso autonomamente facendo i propri interessi. C’é ovviamente la necessità di non lasciare solo chi denuncia, insieme a inquirenti e magistrati, da sempre in prima linea contro questi fenomeni”.