L’INFORMAZIONE E’ RESISTERE
5 gennaio 2024, Casa Felicia, Cinisi, con: Nello Trocchia, Salvo Palazzolo, Rossella Puccio, Gemma Contin.
Il 5 gennaio 2024, presso Casa Felicia a Cinisi, si è tenuto l’evento intitolato “L’Informazione è Resistere”, un incontro dedicato al ruolo cruciale che l’informazione e il giornalismo indipendente svolgono nella lotta alla criminalità organizzata, alla corruzione e per la difesa della democrazia. La data e il luogo sono simbolici: Cinisi, città di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia per il suo impegno nella denuncia della violenza mafiosa, e Casa Felicia, intitolata alla madre di Peppino, rappresentano uno spazio di memoria e resistenza civile.
L’evento ha visto la partecipazione di giornalisti di grande spessore, come Nello Trocchia, Salvo Palazzolo, Rossella Puccio e Gemma Contin, tutti impegnati in prima linea nel raccontare le verità scomode, spesso oscurate dalle pressioni della criminalità e dagli interessi di potere.
Durante l’incontro, il tema centrale è stato il ruolo dell’informazione come atto di resistenza. In un contesto come quello italiano, e in particolare siciliano, dove la mafia ha spesso cercato di imporre la sua legge del silenzio, il giornalismo investigativo rappresenta una delle poche armi a disposizione per scardinare l’omertà e far emergere la verità.
Nello Trocchia, noto per le sue inchieste sui clan mafiosi e sulla criminalità organizzata, ha ricordato come la mafia cerchi non solo di eliminare fisicamente chi si oppone, ma anche di oscurare il racconto di certe verità. Il giornalismo, in questo senso, diventa una forma di resistenza civile, un baluardo per la democrazia e la libertà d’espressione. Trocchia ha sottolineato l’importanza di non lasciarsi intimidire e di continuare a dare voce a chi combatte ogni giorno per la giustizia e la legalità.
Salvo Palazzolo, giornalista di punta nelle cronache antimafia, ha condiviso le difficoltà quotidiane di chi, come lui, lavora in una realtà complessa come la Sicilia. Ha ricordato come il giornalismo d’inchiesta abbia il compito non solo di informare, ma anche di fornire strumenti per comprendere meglio le dinamiche della mafia, che si insinuano nelle pieghe della politica e dell’economia. La resistenza passa attraverso la parola, l’indagine, il racconto di chi spesso non ha voce.
La giornalista Rossella Puccio ha posto l’accento sulla memoria storica e sull’importanza di ricordare figure come Peppino Impastato e Felicia Bartolotta, madre di Peppino. Felicia ha combattuto per decenni affinché venisse fatta giustizia per suo figlio, rappresentando un simbolo di coraggio e perseveranza. Casa Felicia, oggi, è un luogo di incontro per chi crede nella giustizia e nella lotta alla mafia, e l’evento del 5 gennaio si è svolto proprio in questo contesto, carico di storia e significato.
Puccio ha ribadito come il racconto delle vittime di mafia e delle loro famiglie sia fondamentale per mantenere viva la memoria collettiva e per impedire che il silenzio e l’oblio possano vincere. “L’Informazione è Resistere” significa, dunque, anche dare spazio alle storie dimenticate, a quelle voci che rischiano di essere sepolte dalla violenza mafiosa.
Gemma Contin, giornalista e attivista, ha chiuso l’evento con un richiamo alla necessità di una resistenza collettiva. Non si tratta solo di un compito affidato ai giornalisti o agli attivisti, ma di una responsabilità di tutta la società civile. La mafia, ha sottolineato, non è solo una questione criminale, ma culturale e sociale: resistere significa educare le nuove generazioni alla legalità, alla giustizia, alla partecipazione attiva.
Contin ha evidenziato come, grazie a luoghi come Casa Felicia e a eventi come quello organizzato il 5 gennaio, sia possibile creare spazi di discussione e riflessione per sensibilizzare i giovani e renderli partecipi nella lotta alla mafia.
“L’Informazione è Resistere” non è stato solo un evento commemorativo, ma un vero e proprio manifesto per la libertà d’informazione e contro le mafie. La presenza di giornalisti come Trocchia, Palazzolo, Puccio e Contin ha sottolineato l’importanza di non cedere mai di fronte alle intimidazioni e di continuare a raccontare la verità, qualunque sia il costo.
Cinisi, città di Peppino Impastato, continua a essere un simbolo della lotta alla mafia, e Casa Felicia ne rappresenta il cuore pulsante. Qui, la memoria e l’informazione si intrecciano in un atto di resistenza collettiva, affinché le nuove generazioni non dimentichino mai l’importanza di combattere per una società libera dalla violenza e dall’oppressione mafiosa.
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