Libri: le donne leggono più degli uomini
A quanto pare, almeno stando ai dati dell’Istat, le donne leggono più degli uomini: il 51,9% contro il 37,9%.
Nel 2012, oltre 26 milioni di persone di 6 anni e più d’età, hanno letto almeno un libro nei 12 mesi precedenti, per motivi non strettamente scolastici o professionali. E’ questo il primo dato che emerge dall’ultima analisi dell’Istat, sulla produzione e la lettura di libri in Italia. Inoltre, rispetto al 2011, la quota di lettori di libri risulta sostanzialmente stabile, attestandosi al 46%.
Secondo il nostro Istituto nazionale di statistica, le donne leggono più degli uomini: questo lo sappiamo, ma quello che ignoravamo è che la differenza di comportamento, tra i due generi, comincia a delinearsi già a partire dagli 11 anni d’età e tende a ridursi soltanto dopo i 75. Come, del resto, è molto interessante sapere che la fascia di età nella quale si legge in assoluto di più è quella compresa tra gli 11 e i 14 anni (60,8%).
Anche avere i genitori che leggono molto, appare un fattore di non poco conto. Infatti, sono il 77,4% i ragazzi tra i 6 e i 14 anni, con genitori entrambi lettori, rispetto al 39,7% di quelli i cui genitori non leggono. Anche a livello territoriale la quota dei lettori risulta diversamente distribuita. Nella fattispecie, nel Nord e nel Centro del Paese legge oltre la metà della popolazione di 6 anni e più (52,2%). Nel Sud e nelle Isole, invece, la quota di lettori si attesta in calo al 34,2%, con un minimo aumento rispetto al 2011. Nei comuni centro dell’area metropolitana la quota di lettori è del 53,3%, mentre in quelli con meno di 2.000 abitanti scende al 41,5%.
Il dato principale che emerge è che, in Italia, non si legge molto. Tra chi legge, solo il 46% ha letto al massimo tre libri in 12 mesi, mentre chi legge davvero tanto tanto, con 12 o più libri letti nello stesso lasso di tempo, rappresenta soltanto il 14,5% del totale. Una famiglia su dieci (10,2%) non possiede alcun libro in casa, mentre il 63,6% ne ha al massimo 100. Inoltre, un lettore su tre (34,1%) vive in famiglie che ritengono scarse le proprie risorse economiche.