Lampedusa, terra di speranza e fragilità
I campi di Amnesty International:momento di formazione e condivisione
di Rosalba Barbato Di Giuseppe
C’è un luogo, in Italia, in cui solidarietà e generosità sono di casa. Un luogo la cui popolazione ha una dimensione e una composizione mutevole. Un luogo in cui le difficili vite di chi ci vive si incontrano e si intrecciano con quelle di chi in questo luogo arriva e approda. Un luogo che funge da laboratorio per la convivenza pacifica di tutte le popolazioni, un luogo di scambio continuo, luogo in cui le leggi contano ma conta di più il salvaguardare i diritti, la dignità, l’accettare e lenire il dolore, l’accogliere. Un terreno fertile in cui si riconosce ad ognun* il proprio valore, la comune umanità. Lampedusa è tutto questo: una terra di fragilità e speranza, di bellezza e fatica.
Da sabato Amnesty International è sull’isola con il suo terzo campo. Sono in 70 per ribadire il rispetto dei diritti umani di migranti, rifugiati e richiedenti asilo. Come lo fanno? Tramite racconti, approfondimenti e attivazioni. L’obiettivo dei campi è quello di far conoscere le attività di Amnesty ma anche e soprattutto creare una cultura dei diritti umani. I partecipanti, ragazzi dai 14 ai 24 anni, sperimentano lo stare insieme nelle tende, oppure in strutture che rispondono ai principi di bioedilizia, attraversano un percorso importante di crescita, ludico creativo, formativo, avventuroso, infatti ai momenti di formazione sui diritti umani si alterna la realizzazione di modalità per attuare, per sensibilizzare.
Nei giorni scorsi, 200 migranti, di nazionalità eritrea, hanno fatto uno sciopero della fame per due giorni, in piazza della Chiesa, hanno incontrato la sindachessa Giusi Nicolini e il parroco Don Stefano Nastasi. Si sono posti delle domande importanti sul loro futuro, hanno cercato risposte, si sono ascoltati, hanno messo in discussione il sistema normativo che regola la richiesta di asilo politico in Europa, hanno formato un cerchio compatto, infine hanno pregato. Nei prossimi giorni a Lampedusa i ragazzi realizzeranno dei murales. Il primo step del laboratorio è un autoritratto. Per seguire i lavori su twitter occorre digitare #AIcampi.