La legalità abita senza dubbio a Palermo
Al via la sesta edizione del “Festival della Legalità”. Per sei giorni Palermo parla ai giovani. Due le mostre: una dedicata a Peppino Impastato e l’altra a Mario Francese.
E’ partita con un dibattito sui beni confiscati la sesta edizione del “Festival della Legalità” e, in contemporanea, la seconda del “Festival della Politica”, due manifestazione in una che, sino a sabato 5 ottobre, animeranno il suggestivo spazio di Villa Filippina, gioiello architettonico restituito alla città, dopo essere stato per anni una delle più rinomate arene della città di Palermo.
Per una settimana circa, quindi, si parlerà di lotta alla mafia, di senso del dovere e del sacrificio, come quello di don Pino Puglisi, a cui è dedicata l’edizione 2013 di un’iniziativa organizzata da “Zerotre srl” col patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei deputati, della Regione Siciliana, del Comune di Palermo, dell’Università degli Studi di Palermo e del Comitato regionale Sicilia del Coni. Media partnership sono il quotidiano online “LiveSicilia.it” e i mensili “I love Sicilia” e “S”.
“Sì, ma verso dove?”, è questo il tema di quest’anno, anche questa volta si rivolge in modo particolare agli studenti, presenti numerosi all’inaugurazione, per la cui conoscenza e per tenere viva la memoria sono state organizzate anche due mostre. Una, “L’esigenza di reagire”, è dedicata a Peppino Impastato e ripercorre i momenti più salienti della sua vita: da quanto lo zio Cesare Manzella viene ucciso e lui scopre di convivere con la mafia, sino alla sua barbara uccisione, avvenuta il 9 maggio del 1978, passando dalla nascita, nel ’75, del gruppo “Musica e Cultura” e di “Radio Aut”, un anno dopo. Ma non solo, perché l’esposizione contiene anche alcune poesie dello stesso Peppino, come anche quelle della coraggiosa Felicia, la madre che sino alla fine lo ha sempre difeso e protetto. Diciannove in tutto le tavole: spunto, soprattutto per i più giovani, per approfondire e capire un pezzo della nostra storia.
Ventinove sono, invece, le immagini che compongono la seconda esposizione, dal titolo “Una vita in cronaca. Per rompere il silenzio”, dedicata al cronista di giudiziaria Mario Francese, ucciso dalla mafia il 26 gennaio 1979. Foto, cronache e commenti che illustrano la sua vita, come uomo e come professionista. La mostra è stata curata dalla stessa famiglia Francese, in collaborazione con l’Ordine dei Giornalisti di Sicilia.
Interessanti tutti i dibattiti che si succederanno durante questa settimana. Domani, per esempio, il tema sarà “1993: l’anno del terrore”, proprio per sottolineare il fatto che quell’anno non fu solo quello dell’assassinio del parroco di Brancaccio, ma pure quello in cui cinque bombe esplosero tra Roma, Milano e Firenze. A parlarne, a partire dalle 10.30, saranno Maurizio De Lucia, sostituto procuratore presso la Dia, e il procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo, Maria Teresa Principato. Mercoledì 2 ottobre, invece, si dibatterà di sport. Lo faranno l’inviato di Sky Sport, Flavio Tranquillo, e il consigliere di Corte d’Appello, Mario Conte, entrambi autori del libro “I dieci passi”.
Un momento di vero spettacolo sarà quello offerto giovedì 3 ottobre da “AntiracketChef”, gioco organizzato in collaborazione con Libera Terra, che avrà come protagonista lo chef Natale Giunta, noto non solo per la sua cucina sopraffina, ma anche per avere denunciato i suoi estorsori. A partire dalle 10 due squadre di quattro ragazzi ciascuna si sfideranno dietro ai fornelli, usando i prodotti ricavati dai beni confiscati alle mafie e quelli del circuito del Consumo critico di AddioPizzo.
Passando a momenti meno goliardici, venerdì si annuncerà una grande mobilitazione per l’antimafia in Sicilia, parlando delle iniziative comuni per contrastare Cosa nostra. A discuterne saranno il vicepresidente di Confindustria Sicilia, Gregory Bongiorno, il vicepresidente di Confindustria Palermo, Giuseppe Todaro, anche lui imprenditore oggi sotto scorta, e il segretario della Cisl in Sicilia, Maurizio Bernava. La chiusura della manifestazione sarà veramente in grande, visto che a esibirsi saranno le unità cinofile e di soccorso delle Forze dell’Ordine.
Fitto e interessante anche il programma del “Festival della Politica”, che occuperà i pomeriggi con riflessioni sull’immigrazione e i problemi socio-sanitari connessi al fenomeno; sull’auto-imprenditoria, sul nuovo modello di sviluppo per una città come Palermo; come anche su quale pubblica amministrazione può garantire il futuro a una realtà del meridione.
“Oggi, a 20 anni dall’omicidio del parroco-eroe di Brancaccio- spiegano gli organizzatori – la sesta edizione del “Festival della Legalità” vuole ripartire da quella domanda, da quel dubbio di fondo: interrogarsi sul “verso dove”, oggi, significa cercare di comprendere in che direzione vadano la lotta alla mafia e la ribellione contro il pizzo, le inchieste sulla stagione terribile delle stragi e quelle sul potere di Cosa nostra, comprendere la nuova Brancaccio due decenni dopo l’uccisione di don Pino e mettere a punto le strategie di diffusione della cultura della legalità. Ma interrogarsi, oggi come vent’anni fa, serve anche a comprendere il ruolo delle energie confluite nel movimento antimafia, unire il fronte della lotta a Cosa nostra al di là delle divisioni e delle non sempre occasionali divergenze sugli obiettivi da perseguire. Nel ventennale delle stragi nel Continente e della latitanza di Matteo Messina Denaro, però, il “Festival della Legalità 2013” vuole anche trovare una sintesi sui vent’anni dell’orrore e dell’impunità delle “menti raffinatissime” che hanno messo a ferro e fuoco l’Italia. Per ripartire dalla memoria di don Pino Puglisi, Carlo La Catena, Sergio Pasotto, Stefano Picerno, Alessandro Ferrari, Moussafir Driss, Fabrizio, Nadia e Caterina Nencioni, Angela Fiume, Dario Capolicchio, Giuseppe Di Matteo e tutte le vittime della mafia”.
Da non perdere, alle 12 di venerdì 4 ottobre, un estratto del musical “Petali nel blu”, messo in scena dai ragazzi dell’associazione “Quelli della Rosa Gialla”, realtà nata a Brancaccio e nel cui quartiere continua a operare, recuperando, attraverso la danza e la recitazione, bambini e ragazzi con problemi di adattamento sociale, persone gravemente ammalate, disadattate e vittime di violenze.
Un punto di riferimento importante, nella loro opera quotidiana, è stato proprio l’insegnamento di don Pino Puglisi, riassunto nelle parole “…e se ognuno fa qualcosa”. Questo specifico spettacolo è stato pensato per sensibilizzare contro l’abuso di alcol e le stragi del sabato sera.