La Commissione Europea a Lampedusa
L’arrivo a Lampedusa del Presidente della Commissione Europea José Manuel Barroso e del Commissario per gli Affari Interni Cecilia Malmström – giunti ieri sull’isola su invito del Presidente del Consiglio Enrico Letta – non è di certo cominciato sotto i migliori auspici.
Gli esponenti europei sono stati accolti con grida di protesta e fischi, provenienti da un gruppo di manifestanti che li hanno esortati a recarsi in prima persona a vedere le condizioni dei migranti all’interno del Centro di accoglienza, dove tra i sopravvissuti sono schierate anche le bare di chi non ce l’ha fatta.
Il cambio di programma e la breve visita al Centro hanno colto nel segno: mentre la Malmström twittava che le condizioni in cui versavano i migranti non sono degne dell’Europa, Barroso ha rinnovato la necessità di un concreto intervento dell’Europa.
Durante la conferenza stampa avvenuta nel pomeriggio, Barroso ha gettato le basi per un piano d’azione comunitario, le cui proposte verranno sottoposte al Consiglio Europeo dei Ministri durante il vertice di fine ottobre.
Il piano pone in essere una stretta collaborazione tra i vertici europei e quelli politici nazionali, alla quale si affianca in primo luogo lo stanziamento di 30 milioni di Euro mirati ad alleggerire l’emergenza italiana e la creazione di una task-force di pattugliamento del Mediterraneo.
L’impegno auspicato da Barroso e Malmström risponde alla frequente domanda sul ruolo e la funzione dell’Europa in questo momento d’emergenza, ma la domanda riguardante l’impegno dell’Italia rimane ancora senza risposta.