Il Vietnam parlamentare per la nuova legge elettorale
Napolitano da anni chiede di superare quel Porcellum che a parole non piaceva a nessuno. Molti spingono verso il Mattarellum ma c’è chi spinge per tardare il ritorno alle urne.
Dove in questi anni non è arrivata la politica, è giunta la Consulta. La decisione della Corte Costituzionale di massacrare il Porcellum ha di fatto restituito una legge elettorale col sistema proporzionale puro. Un ritorno alla legge che ha regolato la politica nazionale dal dopoguerra fino al 1993, quella stessa legge che ha permesso l’esistenza dei primi governi di larghe intese com’erano quelli del Pentapartito.
Gli italiani però col referendum del ’93 scelsero a larghissima maggioranza, con quasi 29 milioni di voti di andare oltre al proporzionale. A maggior ragione occorre ora rispettare quella volontà popolare. Lo stesso Presidente Napolitano ha infatti parlato di «imperativo morale» da parte della classe politica di superare l’attuale situazione.
Bisogna comunque superare il bipolarismo per come lo abbiamo conosciuto in questi vent’anni. Un sistema che ha bloccato la crescita del nostro Paese. Secondo uno studio del Fondo Monetario Internazionale che ha analizzato la crescita economica degli Stati dal 2000 al 2010, l’Italia si colloca al 179esimo posto, migliore solo di Haiti.Dati che testimoniamo il fallimento del bipolarismo per come lo abbiamo conosciuto, che indeboliva il partito di maggioranza relativa, di fatto succube dei suoi alleati minori. Basti pensare al peso che hanno avuto la Lega Nord e Rifondazione Comunista nei governi di questi ultimi vent’anni. Proprio per questo c’è chi brinda al ritorno del proporzionale.
Al momento la situazione è in alto mare, con interessi contrapposti anche all’interno degli stessi partiti, ed il rischio che anche questa volta si andrà per le lunghe è concreto. Napolitano nel giorno della sua rielezione a Capo dello Stato ha promesso che non scioglierà le Camere finché non sarà promulgata una nuova legge elettorale. Al momento in molti, da Grillo a Maroni fino ad i renziani del Pd, sarebbero concordi su un ritorno al Mattarellum. Una maggioranza ampia che alla Camera potrebbe licenziare una proposta di legge in tempi brevi. Proprio per questo Roberto Giachetti (PD) sta cercando di portare la discussione dal Senato, dove si è impantanata tra mille rinvii, a Montecitorio. Per Renzi il Mattarellum è una clausola di sicurezza da piazzare prima di puntare spedito verso un sistema a doppio turno, sulla falsa riga del sistema elettorale per l’elezione del sindaco. Subito è arrivato l’altolà del Nuovo Centro Destra che per bocca del capogruppo a Palazzo Madama Maurizio Sacconi si è opposto al tentativo di Giachetti.
Tempi duri per i governativi che dovranno resistere fino alla prossima primavera. Superata quella data il semestre di presidenza dell’ Unione Europea che toccherà all’ Italia dal prossimo primo luglio darà fiato all’esecutivo fino al 2015. Insomma un altro anno, come chiesto da Letta e sperato da Alfano per avere il tempo di mettere in moto sul territorio la macchina politica del neonato Nuovo Centro Destra.
Dodici mesi che andrebbero a logorare però i partiti dell’ attuale maggioranza. Sarà interessante vedere come il prossimo segretario del PD riuscirà a non perdere troppo consenso mentre le opposizioni ( Forza Italia e Movimento 5 Stelle ) avranno le mani libere per attaccare il governo e fare incetta di voti.