Gli italiani d’Argentina ricordano Peppino Impastato
Un insegnante organizza nella scuola dove insegna una giornata per far conoscere Peppino ed un diverso volto della Sicilia
di Danilo Sulis
Quando si parla di italiani in Argentina, sarà deformazione professionale, ma la prima cosa che mi viene in mente è il brano di Ivano Fossati dedicato agli italiani d’Argentina che così bene li descrive con una punta di nostalgia. Lontani sono i tempi in cui i nostri conterranei emigravano in condizioni di estremo disagio.
Oggi le generazioni successive sono parte integrante della classe dirigente e come in questo caso ci si può permettere un passo in avanti ed un salto di qualità per far conoscere cose, persone e vicende di quegli italiani che meritano d’essere ricordati, anche da così lontano.
Un saluto ed un ringraziamento da Rete 100 passi a chi come l’insegnante, di cui riportiamo la lettera integrale pervenutaci, promuove il “brend” della Sicilia che cambia, contrariamente agli stereotipi che con gadget e film ci dipinge all’estero solo come la terra dei mafiosi.
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Egregia RETE 100 PASSI,
vogliaTe perdonarmi se invetitabilmente finisco per intasare la Vostra casella di posta elettronica, ma mi permetto di scriverVi un messaggio, che spero possa esser per Voi minimamente gradito.
Sono Carlo Mercurelli, insegnante di lingua e cultura italiana, attualmente impiegato presso la Dante Alighieri di San Luis in Argentina.
Nella giornata di ieri ho pensato di stravolgere completamente le mie abituali attività didattiche e di organizzare una giornata della memoria in onore di Peppino Impastato.
Ho il privilegio di poter contare sull’appoggio incondizionato della direttrice della scuola, la signora Nelda Funes, che mi ha lasciato carta bianca in merito alle iniziative culturali, e in considerazione di ciò ho pensato che, potendo confrontarmi con un articolato gruppo di studenti (molti sono anche docenti universitari, medici, ricercatori, insegnanti in pensione, studenti, tutti con un livello piuttosto alto di comprensione della lingua italiana) era il caso di spiegare il rilievo dell’impegno civile di Peppino Impastato.
Ho strutturato una intera giornata di incontro sul tema, discutendo anche sul significato della giornata del 9 maggio (ho fatto chiaramente cenno alla vicenda Moro). Ho sviluppato un’ampia introduzione relativa al contesto in cui Peppino operò (ho fatto riferimento alle inziative di Danilo Dolci e al quadro complessivo della Sicilia in cui si articolò la formazione di Impastato), mettendo in luce il suo straordinario impegno di sensibilità democratica e alto spirito di legalità.
Durante l’incontro ho letto alcuni articoli scaricati dalle edizioni on line di periodici italiani e ho discusso con l’uditorio talune delle analisi autobiografiche del giornalista siciliano. Abbiamo ascoltato la canzone dei Modena City Ramblers e ho fatto cenno, attraverso un articolo de “Il Manifesto”, alla petizione relativa al casolare (gli studenti, seppur appartenenti ad un altro contesto storico e politico, si sono detti più che lieti di firmarla), oltre che al cortometraggio “Munnizza” in onore del direttore di Radio Aut (ho dovuto presentare brevemente anche Don Ciotti e il significato della Rete Libera).
Dopo il dibattito, atto conclusivo è stato la visione del film, sottotitolato in spagnolo, “I Cento Passi”.
A conclusione del film, molti signori e signore argentine di origine sicilana erano in lacrime: mi hanno ringraziato per la giornata di studio e per aver mostrato loro un autentico paradigma di impegno civile, capace di trascendere se stesso per lo sviluppo democratico e progressita della sua terra.
Chiedo scusa se mi sono dilungato molto, ma sentivo il desiderio di comunicarVi che anche “alla fine del Mondo” (uso l’espressione del pontefice), una delle pagine più alte di un’Italia libera e indipendente è stata, spero degnamente, ricordata.
Cordiali saluti
Carlo Mercurelli