Family Audit, gemellaggio fra Palermo e Trento
Le Politiche familiari al centro del seminario svoltosi ieri nel capoluogo siciliano. Sindaco Orlando: «Un input per la candidatura della nostra città a Capitale della Cultura nel 2019»
Si è svolto ieri, presso la Sala delle Carrozze di Villa Niscemi, il seminario “Politiche familiari e avvio del Gemellaggio tra Comune di Palermo e Provincia Autonoma di Trento”. Il progetto del Gemellaggio, che nasce da una delibera di Giunta del 2 agosto scorso, è finalizzato al rafforzamento del sistema dei servizi e delle iniziative destinate alla famiglia, attraverso il trasferimento delle esperienze maturate dall’Amministrazione offerente, quella trentina, all’Amministrazione destinataria, quella palermitana.
«L’adesione alla proposta di Gemellaggio con Trento e l’opportunità per Palermo di diventare “Distretto Famiglia” – ha dichiarato il sindaco Leoluca Orlando – non può che portare alla nostra città enormi benefici poiché consentirà di rafforzare da un lato le politiche familiari che stiamo già perseguendo, attraverso iniziative quali l’istituzione della Consulta delle Famiglia e la promozione di azioni a suo sostegno, ma dall’altro permetterà alla nostra città di diventare attrattiva per turisti e imprese disposte ad investire nel nostro territorio, così come è avvenuto nel caso del Trentino che è diventato una delle mete più gettonate dai visitatori, dai nuclei familiari in particolare».
La scelta del Comune di Palermo, infatti, trova fondamento nella natura delle politiche che si intende rafforzare e avviare, in quanto trovano concreta e diretta attivazione a livello comunale che, per tipologia di territorio, dimensione geografica e caratteristiche demografiche, è paragonabile alle valli trentine o alle associazioni di Comuni che costituiscono un “Distretto Famiglia”. Proprio i “Distretti Famiglia” saranno la pratica più rilevante di trasferimento che si intende realizzare nell’ambito di questa iniziativa: si tratta di territori in grado di offrire servizi all’avanguardia, incentivi, interventi quantitativamente e qualitativamente rispondenti alle esigenze delle famiglie, siano esse residenti o ospiti, al fine di sostenerne i bisogni e le necessità economici, culturali e sociali.
«Tutto questo – ha continuato il sindaco Orlando – sarà da input per la candidatura della nostra città a Capitale della Cultura nel 2019. Se vinceremo questa sfida, infatti, non sarà solo perché la nostra città vanta un patrimonio artistico inestimabile, ma perché è una città vivibile. Il vero metro di valutazione – ha concluso – sono il benessere e la qualità della vita di chi a Palermo ci vive».
Il Gemellaggio rientra nel piano delle attività “Family Audit”, creato e sperimentato dalla Provincia autonoma di Trento che lo ha esteso a 50 aziende pubbliche e private e che è stato promosso dal Dipartimento per le politiche familiari della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Il Comune di Palermo lo aveva siglato a marzo di quest’anno. Si tratta di uno strumento manageriale che promuove un cambiamento culturale e organizzativo all’interno delle organizzazioni che lo adottano e consente alle stesse di aderire a delle politiche di gestione del personale orientate al benessere dei propri dipendenti e delle loro famiglie. Grazie ad un’indagine all’interno dell’organizzazione, si individuano obiettivi e iniziative che consentono di migliorare le esigenze di conciliazione tra famiglia e lavoro dei dipendenti. La partecipazione degli stessi lavoratori diventa un valore aggiunto fondamentale per stabilire i bisogni in materia di conciliazione e nel proporre valide soluzioni.
In ambito comunale, le azioni che si andranno a realizzare nel corso del prossimo triennio e in via sperimentale, saranno curate da un’Unità Organizzativa, creata appositamente all’interno dell’Ufficio Sviluppo Organizzativo, “Family Audit e Benessere aziendale”. Tra queste, la bacheca dedicata ai dipendenti comunali nella rete intracom, il Tempo d’Estate per i figli dei dipendenti comunali, la mobilità sostenibile incentivata con vouchers, servizi di car-sharing, navetta aziendale o biciclette messe a disposizione dei dipendenti, la “Banca del Tempo” costituita dagli stessi dipendenti comunali (anche in pensione) che metteranno il loro tempo a disposizione degli altri impiegati, ad esempio, per servizi di baby-sitting, doposcuola o assistenza agli anziani, orario personalizzato per venire incontro a particolari esigenze familiari, telelavoro, etc. E infine, la creazione di un “Ufficio dei tempi e degli orari”, che esiste solo in un paio di altre città italiane, per coordinare e armonizzare i tempi sociali e quelli individuali. Attraverso iniziative di ricerca e di individuazione dei problemi, di dialogo e concertazione con le categorie coinvolte, l’ufficio lavorerà per armonizzare gli orari della città con le esigenze dei cittadini, le donne in particolare; conciliare i tempi di vita, di lavoro, di cura e promuovere l’uso del tempo per finalità di solidarietà sociale. Ci sarà anche una particolare attenzione per la “qualità” del tempo che guarda alle persone: ci sarà il tempo dei bambini, il tempo degli anziani, il tempo delle donne.