Corruzione, dalle Alpi alla punta dello stivale
La corruzione non ha odore, non ha sapore e non ha colore, la corruzione non vede, non sente, non sa e non vuole sapere, ma attraversa da un capo all’altro il Paese.
di Fulvio Turtulici
Enerambiente è una società estromessa dalla raccolta in Campania con provvedimento antimafia. Un’informativa della prefettura di Venezia ne segnala la contiguità con i fratelli Graviano. L’amministratore delegato, Giovanni Faggiano, è finito in carcere, il patron Gavioli è indagato. Tuttavia gestisce l’immondizia che da Napoli viene spedita in Toscana. Enerambiente, infatti, è socia di REA, Rosignano energia ambiente, società mista pubblico privata con sede a Rosignano, provincia di Livorno, che si occupa di rifiuti e ora appunto sta smaltendo quelli provenienti da Napoli.
Enerambiente è una società di Venezia, lo smaltimento dei rifiuti napoletani avviene in Toscana, tramite una società per la quale si configurerebbero rapporti con famiglie siciliane. Ancora una dimostrazione che l’Italia intera è un cantiere aperto per le attività del crimine organizzato e per l’inquinamento corruttivo.
Nonostante ciò che avviene sia di estrema gravità, pare venga considerata, nella società civile e dalla politica, emergenza minore. Emergono personaggi coloriti e inutili e conseguenti governi di compromesso, inadatti e dannosi. Allo sclerotico urlio del sono tutti uguali, vuoto e idiota, si intrattiene il pubblico alla tragica farsa.
In verità, se vi è ancora Berlusconi è perché si costruiscono interi paesi abusivi, perché abbiamo un’evasione fiscale spaventosa, perché il lavoro è un diritto, parimenti ad altri, graziosamente concesso e quindi perduto, perché nel capitalismo il denaro non ole, perché le fortune del nostro signore di Arcore sono iniziate e proseguite grazie alla collaborazione di Dell’Utri, ad un’attività corruttiva tanto vasta da coinvolgere una platea di personaggi dentro e fuori le istituzioni, dell’impresa, della finanza e del reato. E perché c’è il voto di scambio abbiamo individui da trent’anni seduti in Parlamento, tronfi e vacui, chiamiamoli D’Alema o Casini, ridicoli figuri tipo Razzi e Scilipoti e infine se vaffanculeggia Grillo è segno che le idee per un vero progetto di rinnovamento stanno a zero.
Sempre in Toscana una studentessa che rischiava di non essere ammessa all’esame di maturità, avendo quattro o cinque debiti, è stata invece fatta partecipare con quattro o cinque crediti, si mormora perché il padre era socio di un circolo delle libertà. Sono corruzioni della porta accanto, trasversali, che hanno un impatto devastante sulla civile convivenza: pensate all’educazione degli studenti di quella scuola che adesso sono stati convinti che non è l’impegno e la preparazione a pagare.
La corruzione non ha odore, non ha sapore e non ha colore, la corruzione non vede, non sente, non sa e non vuole sapere, ma attraversa da un capo all’altro il Paese. E’ oramai il primo e il più spietato strumento mafioso, chi immaginasse ancora lupare e coppole sarebbe uno sciocco o un malfidato.