Combattere la malaria: il momento è adesso!
L’Amref, l’Organizzazione mondiale della Sanità e il Cnr impegnate nel coinvolgere la comunità globale a scendere in campo
di Piera Farinella
La malaria uccide ancora ogni anno circa 660mila persone in tutto il mondo, soprattutto bambini nell’Africa sub sahariana. Ce lo
ricorda l’Organizzazione mondiale della Sanità che, insieme ad associazioni come l’Amref, organizzazione sanitaria africana attiva a livello internazionale, cerca di combattere concretamente il problema.
Anche in occasione dell’ultima “Giornata mondiale conto la malaria”, dedicata quest’anno al tema “Investire nel futuro: sconfiggere la malaria”, sono stati sollecitati i governi di tutto il mondo a intensificare i loro investimenti nella salute di donne e bambini.
Nel frattempo, l’Istituto per l’Officina dei materiali del Consiglio nazionale delle ricerche di Trieste, insieme a un team di ricercatori italiani, spagnoli e israeliani, sta mettendo a punto un nuovo approccio diagnostico più veloce, portatile e a basso costo. Il nuovo sistema discrimina le cellule infette da quelle sane, usando la tecnica “speckle sensing microscopi”, ossia l’osservazione del diverso comportamento delle membrane dei globuli rossi malati.
“In soli 30 minuti, il test permette una diagnosi tempestiva della malaria – spiega Dan Cojoc, ricercatore dell’Iom-Cnr -, consentendo alte probabilità di successo grazie alle terapie salvavita, ma anche di ridurre eventuali prescrizioni terapeutiche errate e spesso pericolose. Questa tecnica é più sicura per l’operatore, che non entra in contatto con il sangue del paziente, ma è anche accessibile al personale non qualificato”.
Il progetto è stato proposto nell’ambito del VII Programma quadro della Comunità europea ed è attualmente sotto valutazione. La comunità globale, infatti, ha compiuto dei passi avanti nel tener testa alla malattia, quindi degli investimenti sono ora più che mai necessari, soprattutto se si pensa che questa malattia necessita di uno strumento diagnostico rapido, preciso, trasportabile e semplice, da utilizzare in quei Paesi, come Africa, sub-continente indiano, sud-asiatico, America Latina e in parte America Centrale, nei quali la patologia è endemica.